Roma

Roma, blitz della polizia nel campo nomadi dopo l'aggressione di Pasqua

Cinquanta agenti nell'insediamento di via dei Gordiani dopo la sassaiola di cui sono stati vittime mentre stavano arrestando un serbo che aveva appena svaligiato un appartamento. Polemica politica. Salvini: "Ci vogliono le ruspe". I radicali: "Solo strumentalizzazione"

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Un'operazione straordinaria di polizia si è svolta nel campo nomadi di via dei Gordiani, dove nella notte del primo aprile era stato arrestato per evasione, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento di beni dello Stato, nonché denunciato per furto in abitazione, un serbo di 40 anni. E dove, per impedire che l'uomo finisse in manette, era nata un'aggressione nei confronti dei poliziotti, con gli abitanti del campo che lanciavano contro di loro di tutto, compresi sassi e bottiglie di vetro. Il bilancio era stato di un agente ferito e un'auto danneggiata. E così nel pomeriggio una cinquantina di poliziotti ha circondato il campo procedendo poi a controlli a tappeto in tutte le baracche.

Il serbo arrestato era stato visto, subito dopo un furto in un appartamento, da una pattuglia che l'aveva riconosciuto mentre fuggiva a bordo di un auto insieme ad altri tre nomadi: era infatti evaso dai domiciliari che scontava nell'insediamento. Ne era nato un inseguimento con i quattro che a un certo punto si erano diretti proprio verso il campo nomadi per cercare protezione.

I poliziotti erano così entrati nell'insediamento dove alcuni connazionali si erano messi ad ostacolare la polizia per aiutare i quattro fuggitivi: tre di loro erano poi riusciti a dileguarsi, mentre il serbo evaso dai domiciliari era stato bloccato, non prima di aver assestato diversi calci ai poliziotti per non farsi prendere. Ed è a questo punto, per impedire l'arresto che era iniziata la sassaiola contro le divise con un fitto lancio di oggetti contro i poliziotti e le loro auto, che si era poi conclusa con un agente ferito e una volante danneggiata.

Il serbo quarantenne aveva appena commesso un furto in appartamento: nell'auto con cui era fuggito con i complici sono stati trovati un piccone in ferro, guanti da lavoro, un cacciavite, un telefono cellulare e una scatola per orologio vuota.

Dalla vicenda è subito nata una accesissima polemica politica. Il leader della Lega, Matteo Salvini, è tornato a prlare di ruspe, twittando: "Questi zingari lavorano anche a Pasqua... Ho pronta una democratica e pacifica ruspa". Sulla stessa scia la deputata della Lega Barbara Saltamartini che ha sottolineato: "I campi nomadi vanno chiusi, stop a questi centri di criminalità e illegalità permanente". D'accordo il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che su Facebook ha scritto: "La pazienza è finita: i campi nomadi vanno sgomberati e chi viola la legge va sbattuto in galera". Ma per il senatore del Pd Edoardo Patriarca, che si rivolge direttamente al leader della Lega, "generalizzare non serve. Salvini si ricordi che passi in avanti si fanno con politiche per l'inclusione, che i M5S, ora in dialogo con la Lega, a Roma hanno del tutto dimenticato".

La deputata di FdI Daniela Santanchè ha detto invece che "questi campi nomadi sono diventati ricettacolo di delinquenti di ogni risma e costituiscono una specie di cortina protettiva dove possono agire indisturbati nei loro traffici". Concludendo che i campi possono e devono essere "oggetto di sgombero". Mentre Riccardo Magi, deputato radicale, ha parlato di "stucchevole gara a chi strumentalizza di più".