Roma

Roma, il trucco dei falsi documenti per far arrivare gli immigrati

Richieste di manodopera all’ufficio della prefettura a carico di ignari datori di lavoro

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Un documento falso, un appuntamento preso regolarmente allo sportello della prefettura e decine di immigrati che con la scusa di essere regolarizzati entrano in Italia. Funziona così ed è la nuova frontiera per favorire l'immigrazione clandestina. Prove tecniche per aggirare, le annunciate restrizioni gridate in campagna elettorale dal leader del Carroccio Matteo Salvini? Può darsi.

Ma quanto accaduto due giorni fa è il segnale di una nuova rotta per aggirare le leggi sull'immigrazione. Ed ora la polizia, insieme alla prefettura analizzeranno blocchi di pratiche per capire se si sia trattato di un caso isolato o, al contrario, ci siano già stati precedenti.

Lo scorso martedì si è presentato negli ufficili di via Ostiense allo Sportello Unico per l'immigrazione della Prefettura, un uomo di 53 anni dopo essersi " appropriato" dell'identità di un'altra persona, con la documentazione necessaria per assumere 5 lavoratori stagionali di nazionalità indiana.

C.R., queste le iniziali dell'uomo italiano che ha tentato di truffare lo Stato, ha però esibito, come documento, una carta d'identità apparentemente genuina ma abilmente contraffatta, con la sua fotografia ma con i dati identificativi di un altro. L'impiegato della Prefettura non ha fatto tanto caso a quel documento contraffatto. Si è però insospettito quando tra le mani ha avuto la lettera di convocazione allo Sportello mostrata dal 53enne, difforme da quelle solitamente inviate dal sistema informatico e per giunta priva di firma del dirigente.

Prassi vuole infatti che per via telematica e, inserendo i propri dati, si fissi un appuntamento per avviare la pratica per poter accogliere degli immigrati per motivi professionali. Attraverso un modulo compilato in cui si inseriscono i dati anche dello straniero che dovrà arrivare in Italia ci si presenta quindi al rendez vous negli uffici della prefettura di via Ostiense dove la pratica entra nel vivo. Una volta consegnato documento e modulo ottenuto per via telematica si inizia l'iter per dare l'ok allo sbarco di stranieri e all'emissione di tutta la documentazione per regolarizzare il loro soggiorno qui.

Stavolta qualcosa non tornava. E l'impiegato, prima di commettere errori, si è rivolto alla polizia. Immediatamente sono intervenuti gli agenti del commissariato Colombo, diretti dal vicequestore Ada Nitoglia, che hanno accertato, con una breve indagine, non solo il documento falso presentato allo sportello ma anche il documento contraffatto.

In pochi minuti hanno quindi accertato la vera identità dell'uomo, impedendogli di concludere l'iter burocratico volto a favorire l'ingresso illegale di cittadini extracomunitari. Perché oltre al danno a carico dello Stato ci sarebbe stato anche la beffa nei confronti del reale possessore delle generalità scritte sulla carta d'identità. Le relative spese fiscali per i cinque lavoratori indiani sarebbero infatti state a carico di quest'ultimo. C.R. è finito in manette per possesso di documento falso ed è stato denunciato per sostituzione di persona e favoreggiamento all'immigrazione clandestina.

Ora la partita passa agli inquirenti per chiarire quanti altri casi ci sono stati, se ci sono stati, e quanto il business sia diffuso, riprendendo fascicoli e pratiche fatte in passato.
Le indagini proseguiranno anche su C.R., l'uomo dalla fedina penale immacolata che, da un primo accertamento, non sembra avesse realmente bisogno di manodopera. Se, dunque, reclutava immigrati per conto di qualche organizzazione che sfrutta stranieri lucrando, gli investigatori lo accerteranno.
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