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Bologna, 16:38

CALCIO, BALOTELLI: RAZZISTI DA ISOLARE, LORO PENSIERO MEDIEVALE

E' Mario Balotelli il testimonial dell'edizione 2018, la 22^, dei Mondiali antirazzisti che si svolgeranno a Bosco Albergati, nel comune di Castelfranco Emilia, tra Modena e Bologna dal 4 all'8 luglio. Quattro giorni tra sport, dibattiti e spettacolo, presentati a Bologna e anticipati dal videomessaggio dell'attaccante azzurro. "Purtroppo - ha detto - anche nello sport che amiamo, il calcio, il razzismo e' presente. L'Italia non e' un paese razzista, ma i razzisti ci sono. E dobbiamo fare ancora tanta strada per liberare gli stadi da questa piaga. Compito di tutti e' isolare queste persone, rendere ridicolo il loro pensiero medievale". Il suo racconto e' poi continuato parlando del suo caso personale. "Anche se sono italiano a tutti gli effetti, per la legge lo sono diventato solo al compimento del diciottesimo anno d'eta'. A volte e' stato difficile, soffrivo, da calciatore, perche' non ho mai potuto difendere i colori della Nazionale nelle giovanili, almeno fino a quando non sono diventato maggiorenne. Sono italiano al 100% perche' sono nato a Palermo da genitori ghanesi, ma non tutti se ne accorgevano, mentre la legge italiana e' sbagliata. Forse per quello che ancora oggi qualcuno vede il nero come il colore dei diversi, dell'inferiore, dell'errore, in mezzo alla fotografia della squadra". Infine ha lanciato la sua soluzione al problema: "Per vincere il razzismo dobbiamo combattere i pregiudizi che stanno alla base di quei comportamenti inaccettabili e per fare questo dobbiamo attivarci in prima persona. Dobbiamo essere pronti a denunciare con forza ogni forma di discriminazione a cui assistiamo o di cui siamo vittime dirette. Il cambiamento e' in mano alle nuove generazioni, ai nostri figli, bisogna dimostrare che siamo tutti uguali. Poi i miei figli lo racconteranno ai miei nipoti e allora le future generazioni saranno piu' a posto di noi, questo si', ne sono convinto. Un abbraccio a tutti e Forza Italia! La Nazionale ovviamente". Saranno 140 le squadre protagoniste nel 2018, di cui il 62% composto da team misti per sesso e provenienza. Sono 21 invece quelle che ospitano migranti e rifugiati e dieci quelle composte da gruppi ultras, i protagonisti originari della manifestazione, che rifiutano lo stereotipo razzista e violento delle tifoserie. Fischio d'inizio alle 15 di giovedi' 5 luglio. Un occhio speciale alle regole con cui squadre cosi' diverse si affrontano: non ci sono arbitri, i match - due tempi da 10 minuti - sono autogestiti. "Nel calcio giocato ai Mondiali - sottolinea poi Carlo Balestri, responsabile dell'organizzazione dei Mondiali - ci divertiamo a sperimentare, per alzare il livello dell'integrazione. Quest'anno abbiamo introdotto la regola per cui, quando una squadra e' sotto di due gol, puo' inserire un altro giocatore, senza sostituire nessuno. Di certo non e' divertente per una squadra forte doversi frenare, cosi' come non e' divertente per un squadra 'materasso' prendersi valanghe di gol. Cosi' alziamo la difficolta' per quelli bravi, limitandola per i piu' deboli, e lo sport diventa per tutti". Sportpertutti significa anche valorizzazione delle donne nello sport, come ha ricordato Katia Serra, responsabile del calcio femminile nell'Associazione Italiana Calciatori: "Con orgoglio giochero' ai Mondiali Antirazzisti in quel 62% di squadre miste. Come Aic lo riteniamo un segnale importante per il mondo del calcio, solitamente declinato solo al maschile. Il calcio e' uno sport che aiuta a costruire la personalita'. Crediamo in questo valore educativo per le giocatrici e i giocatori di domani, che sono in primis dei cittadini". La difesa dei diritti e' da sempre al centro di questa manifestazione. Motivo che ha spinto Eccar, European Coalition of Cities Against Racism, a patrocinarla, considerandola una delle migliori esperienze europee per l'inclusione. "L'organizzione che presiedo - ha dichiarato il presidente di Eccar, Benedetto Zacchiroli - e' composta da 168 citta', una rete sostenuta anche dal patrocinio dell'Unesco. Non e' facile diventare un comune di Eccar perche' servono l'onesta' e il coraggio per riconoscere che qualcosa non funziona. Lavorando insieme i sindaci Eccar cercano, al di la' della colorazione politica, di costruire un futuro piu' bello fatto di coesione e anche di sport". "Liberta', divertimento e sport sono la chiave del successo di questa iniziativa - ha detto in chiusura Mauro Rozzi, presidente della Uisp Emilia-Romagna - e sono delle dimensioni ai giorni nostri spesso minacciate". I Mondiali Antirazzisti, oltre che come una grande festa, si pongono come un territorio libero, "in cui rimettere al centro il divertimento sportivo, il movimento, il piacere per il gioco e il suo valore".

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