Di Maio spinge ancora: 'Noi pronti a un governo al servizio della gente'

Il leader M5S, dal blog, lancia un nuovo appello per la nascita di un governo Cinquestelle e riprende le parole pronunciate ieri dal presidente della Cei. Il candidato premier che torna a promettere il reddito di cittadinanza, una manovra fiscale per creare lavoro e un welfare per sostenere le famiglie 

Reddito di Cittadinanza, una manovra fiscale shock per creare lavoro, un welfare per le famiglie. E' un attacco a tre punte quello che Di Maio vuol mettere in campo nella complicata partita del dopo voto, perché, dice, "la politica vuol dire realizzare". 

Dopo la lettera a Repubblica, il candidato premier a 5 Stelle torna, sul blog, a citare De Gasperi, ma va anche più in là: ripete le parole pronunciate ieri dal cardinal Bassetti, presidente della Cei ("un governo al servizio della gente"), arriva a ricordare la dottrina sociale della Chiesa, in nome di quel concetto di "bene comune" da sempre caro al Movimento fondato da Grillo e Casaleggio. 

"Un'occasione storica irripetibile per cambiare le cose e rimettere l'Italia nei binari giusti, per realizzare la Repubblica dei cittadini. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano coscienza delle aspettative degli italiani: abbiamo bisogno di un governo al servizio della gente". Del DEF (di fatto la manovra prossima ventura), Di Maio non parla, ma insieme all'elezione dei presidenti di Camera e Senato (un rebus a tutta dietrologia, al momento) è questo il terreno più concreto del confronto di qui al 10 aprile, data in cui il Documento di Economia e Finanza è atteso in Aula e sul quale i Cinque stelle non nascondono di voler far pesare il dopo elezioni. 

Un dopo elezioni per i pentastellati si è manifestato intanto subito a Torino. Le Olimpiadi stavolta sono quelle invernali, non ci sono Malagò e Montezemolo a farsene portavoce, Torino non è Roma, ma l'improvvisa disponibilità di Beppe Grillo nei confronti della candidatura del 2026 per il capoluogo piemontese è parsa come un cambio di rotta dopo il no della Raggi, anche se in linea con l'atteggiamento costruttivo già dimostrato dal comune per lo stadio della Roma. 
Una risposta interlocutoria arriva stamani da Simone Valente, responsabile dello Sport per il M5S: "La Raggi ha preso una candidatura che era già avanti e il no è stato deciso con analisi precise. Su Torino aspetto i dati: voglio sapere quanto lo Stato dovrà spendere, non saranno soldi dei torinesi, ma degli italiani - e aggiunge - Beppe Grillo ha dato il suo parere. Io analizzerò la situazione in settimana". 
Dice la sua anche l'ex assessore al Bilancio della giunta capitolina, Andrea Mazzillo: "Oggi forse le cose a Roma sarebbero andate diversamente. Va anche detto che il contesto di Torino è diverso". 

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