Governo, la crisi siriana acuisce distanze politiche

Alle posizioni troppo filo-Putin di Salvini e Meloni si contrappongono quelle filo-atlantista di Berlusconi e Di Maio

Neanche la crisi siriana sembra sbloccare la situazione di stallo per la formazione del nuovo governo, ma impone una inevitabile accelerazione da parte del presidente della Repubblica che, fonti quirinale, dicono orientato a evitare un ritorno al voto in tempi brevi. L'attacco anglo-franco-americano ha acuito le distanze tra gli schieramenti in campo, ma ha chiarito le posizioni in nello scacchiere internazionale. 
A partire dal centrodestra. La posizione considerata troppo filo-Putin, di Matteo Salvini - che ha trovato anche in Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia una sponda decisa in chiave anti-interventista - alimenta le frizioni con Silvio Berlusconi che oggi, sul Corriere della Sera, rilancia su "un governo autorevole per una mediazione tra Stati Uniti, Mosca e l'Unione Europea". 
Per Berlusconi, "non è realistico pensare di sostituire Assad, ma va messo in condizione di non nuocere alla sua stessa popolazione"; va coinvolta la Russia - dice, ricordando lo spirito di Pratica di Mare - ma lancia quella che sembra una stoccata al leader della Lega: "La Siria - scrive l'ex premier - è la dimostrazione del fatto che non bisogna lasciarsi andare a giudizi affrettati".
L'ipotesi più accreditata vista Colle, che verrà annunciata tra mercoledì e giovedì, dopo che Gentiloni parlerà sulla Siria alle Camere, martedì, è quella di un mandato esplorativo al presidente del Senato, l'azzurra Casellati che ieri si è resa disponibile. Un governo istituzionale con l'obiettivo di essere più ampio possibile. La posizione filo-atlantista di Fi e 5Stelle potrebbe ammorbidire le posizioni di entrambi, anche se la speranza di Berlusconi resta, appunto, un governo di larghe intese che coinvolga anche il PD. E se la lente da cui guardare rimane quella internazionale, al momento il Pd appare vicino al Movimento 5 Stelle.
Più difficile la seconda ipotesi: quella di un mandato all'altro presidente della Camera, Roberto Fico. 
Pure un possibile strappo all'interno del centrodestra, però, potrebbe aiutare Mattarella a sciogliere i nodi della formazione di un governo che veda Salvini e Di Maio insieme in solitaria, con il 5stelle garante dell'atlantismo. La Lega, intanto, continua a dirsi indisponibile a governissimi, e l'occhio rimane al voto di Friuli e Molise di fine mese, anche se è lo stesso Di Maio a ridimensionarne la portata: "Sono elezioni regionali che hanno dinamiche completamente diverse dalle elezioni nazionali - ha detto - Non credo che i risultati in Molise e in Friuli Venezia Giulia possano condizionare le decisioni del Presidente della Repubblica". 

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