Milano, 1 dicembre 2017 - 09:49

Renzi vede Farinetti e non gli operai La rabbia del sindaco pd di Alba

Il post (poi cancellato) su Facebook: «Gentiloni sì che è una persona seria». «Sarebbe stata più utile un altro tipo di visita. Meglio i lavoratori dell’imprenditore»

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«È arrivato in tempo per litigare con Fabio Volo sullo Ius soli, un tema che dovrebbe essere un cavallo di battaglia del Pd. Renzi si faccia da parte. Lasci spazio a Gentiloni, persona seria in grado di governare con autorevolezza questo Paese come ha dimostrato e vincere contro i populismi di Salvini e Di Maio e il ritorno del caimano ottantenne Berlusca». In calce, l’hashtag #gentiloni, che non è proprio il celebre #Enricostaisereno, ma insomma, sottolinea una certa preferenza per il successore di Renzi a Palazzo Chigi.

Che sberla. Così forte che al mattino seguente il post viene cancellato. Qualcuno sostiene che l’invito a farlo sparire sia arrivato da Paola Farinetti, sorella di Oscar, nonché attuale consigliere comunale ed ex assessore di Marello durante il suo primo mandato, circostanza smentita dal sindaco in persona. «Falso. Mi ha solo chiamato per spiegarmi cosa era successo, senza chiedermi nulla. Mi ha detto che era una visita privata, sganciata dagli impegni ufficiali. Ne prendo atto, ma la sostanza rimane». Naturalmente quei cattivoni del Laboratorio democratico di Cuneo, quinta colonna della bersaniana Mdp nella Provincia granda, hanno fotografato il post incriminato, che ora naviga felice nell’etere a testimonianza delle apparenti contraddizioni del Pd e del suo segretario impegnato con Destinazione Italia in un lungo viaggio in treno per stare a contatto con la gente e le realtà locali, compreso il Piemonte, dove ha fatto tappa ieri.
«Appunto. Ci chiamano da Pd nazionale per dirci che il segretario sarebbe venuto qui. Il Pd di Cuneo conferma, dicendoci la data e precisando che Renzi si sarebbe potuto fermare da noi per un’ora, massimo un’ora e mezza. Ottimo. Credendo di cosa fare gradita e in linea con lo spirito del suo viaggio in treno per l’Italia, io contatto i dirigenti e gli operai di una nuova azienda del nostro polo metalmeccanica, nata dalla fusione di tre diverse società, che conta 350 dipendenti. Poteva essere una bella occasione per conoscere una certa realtà. Mi è dispiaciuto molto. E credo che l’intera faccenda poteva essere gestita meglio. Quindi mi è partita l’arrabbiatura, chiamiamola così».

Tremenda, anche su Facebook, è l’ira dei miti. Perché c’è un fatto importante da precisare. Marello, cinquant’anni, padre di quattro figli, originario di famiglia contadina, titolare insieme alla sorella Raffaella di una piccola azienda agricola che produce dolcetto, barbera e nebbiolo, non è un feroce dissidente e neppure un dalemiano in incognito. Anzi. Le sue origini sono le stesse di Renzi, e Gentiloni. Gli piace dire che viene dalla parrocchia. Si è formato nell’Azione cattolica e nelle Acli, cominciando la carriera in politica con il Partito popolare, passando per la Margherita fino ad arrivare al Pd con il quale è stato eletto per due volte sindaco, nel 2009 e nel 2014. «Parlo da semplice militante, che non si è mai azzardato a contestare la linea dei vertici. Sono un tifoso dell’unità a ogni costo. E sono amico di Oscar. Resto però convinto che sarebbe stata più utile un altro tipo di visita, con un valore simbolico diverso. Non per me, che Renzi l’ho già incontrato nel 2013 quando andò in visita alla Ferrero. Era meglio fare un giro diverso per il partito, per la propria immagine. Certo, ci poteva stare una cosa e l’altra. Ma dovendo scegliere, meglio gli operai di Farinetti, anche se più lontani dalla scena mediatica. Visto come è andata, quella da noi non è stata certo una tappa ben gestita. A voler essere sincero, le confesso che all’inizio ho detto un piccola bugia. In effetti sono un po’ deluso». Così parlò il sindaco di Alba. E chi vuole vedere in questa piccola storia una parabola dello stato attuale del Pd, faccia pure.

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