Torino

Torino, rimosso il parroco a Barriera di Milano: è il quinto in cinque anni

La chiesa di Maria Speranza Nostra, in via Chatillon  
"Troppo progressista", secondo alcune interpretazioni. La decisione della curia spacca i fedeli
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Pochi giorni fa è toccato a padre Valeriano Paitoni, parroco della chiesa di Maria Speranza Nostra, in via Chatillon, rimosso dall'oggi al domani. Quinto parroco in cinque anni ad essere allontanato da quella parrocchia di frontiera, nel cuore di Barriera di Milano. Un primato che ha fatto infuriare i parrocchiani, che mercoledì sera hanno chiesto conto della scelta al vicario dell'arcivescovo per Torino Nord, don Marco Prastaro. Una riunione infuocata dove sono emerse tutte le contrapposizioni tra la maggioranza dei fedeli, stufi dei cambiamenti continui, e il gruppo che in questi anni si è più volte opposto ai preti inviati nella parrocchia di Barriera di Milano, considerati "troppo progressisti".
Valeriano Paitoni 
Progressista sicuramente padre Valeriano lo è. Una vita nelle missioni in Brasile, in prima fila nella lotta ai malati di Aids in Sudamerica, aveva in molte occasioni fatto dichiarazioni sull'uso dei profilattici non in linea con le posizioni più rigorose del Vaticano. Anche a Barriera di Milano in poco più di un anno di lavoro ha dato un segnale ben preciso di quale sia la direzione che la chiesa deve seguire: dialogo con i musulmani della moschea, ospitalità ai migranti, apertura al quartiere multietnico dei locali della parrocchia. "Per il bene della comunità. Ci hanno detto che padre Valeriano è stato rimosso per il bene della comunità - attaccano i fedeli che non hanno accettato il trasferimento - Ma noi volevamo delle motivazioni precise. Se ha fatto qualcosa di grave ce lo devono dire ". Quello che si dice in parrocchia è che anche per gli altri sacerdoti abbiano pesato nella rimozione le proteste dello stesso gruppo di persone che rappresentano la vecchia Barriera di Milano, che fa fatica a riconoscersi nei cambiamenti avvenuti nel quartiere, prima ancora che in chiesa. "Di solito in pubblico, ma anche davanti ai preti si lamentavano delle scelte liturgiche troppo moderne o delle ristrutturazioni fatte in questi anni - continuano i fedeli - Sicuramente i sacerdoti di origine africana e quelli che hanno lavorato nelle missioni sono particolarmente sensibili ai temi dell'accoglienza e qui in Barriera ci sono molte richieste dai migranti ".
La decisione di allontanare padre Paitoni e di sostituirlo con il suo attuale vice, padre Nicholas Muthoka, è stata concordata tra l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, e l'istituto missionario della Consolata.

"Sia chiaro - continuano i parrocchiani - che noi non vogliamo difendere il parroco, né ce l'abbiamo con chi lo sostituirà. Quello che ci sembra incredibile è che vengano sempre accolte le richieste di un gruppo di fedeli molto piccolo e che porta motivazioni false". Ufficialmente i parroci che si sono avvicendati sono stati cambiati dalla curia non per le pressioni dei parrocchiani, ma per diverse esigenze: uno è stato nominato "provinciale" in Tanzania, un altro si è dimesso "per motivi personali", un altro "per sopraggiunti limiti d'età ". "Noi sappiamo che sia al vicario della Consolata che al vescovo sono state mandate molte lettere dove si critica l'operato dei diversi parroci - continua il portavoce dei parrocchiani - Puntualmente poi c'è stato il trasferimento, non possiamo dire che sia merito di queste pressioni, ma l'impressione è questa".