Una manifestazione di protesta contro Erdogan interrompe la messa nella chiesa San Tommaso di via Monte di Pietà a Torino. Un gruppo di attivisti, circa una quindicina di persone, tra esponenti dei centri sociali e alcuni curdi questa mattina hanno interrotto la funzione delle 10.30 per leggere un messaggio contro la visita di Erdogan, domani, a Roma quando è prevista anche un incontro con il Papa. Subito dopo a Digos ha denunciato 8 persone, un'attivista curda de Pkk, autonomi e anarchici. Sono stati rintracciati in piazza della Repubblica: sono attivista curda, un 52enne simpatizzante del centro sociale Askatasuna, esponenti dell'anarchia torinese, un esponente del centro sociale Gabrio, e due donne dell'area antagonista.
Gli attivisti contro Erdogan hanno raggiunto l’altare e srotolato uno striscione con la scritta: “Ergogan ha le mani sporche di sangue. Difendiamo Afrin”. In chiesta è stata anche lanciata della vernice rossa a simboleggiare il sangue. Poi gli attivisti hanno preso la parola e letto un volantino. “l Papa e le più alte cariche dello Stato italiano - hanno detto - incontreranno Erdogan, dittatore della Turchia, che da 15 giorni ha lanciato ad Afrin, nella Siria del nord, l’operazione “Ramoscello d’ulivo”. Il simbolo di pace dei cristiani per coprire una grande operazione militare con bombardamenti e un importante dispiegamento di forze di terra. Ieri la rivoluzione del Rojava ha sconfitto l’ISIS a Kobane e Raqqa, oggi viene attaccata con la complicità di tutte le potenze occidentali”. In Chiesa è arrivata la Digos che ha rintracciato i manifestanti che nel frattempo erano fuggiti mentre otto persone sono state raggiunte e portate in questura. Ora rischiano una denuncia per violenza privata e interruzione di una funzione religiosa. Sono esponenti di diversi centri sociali in città, e tra loro anche una donna, esponente di spicco del Pkk in Italia. l'11 febbraio i centri sociali hanno organizzato un corteo che partirà da piazza Carlo Felice.
Gli attivisti contro Erdogan hanno raggiunto l’altare e srotolato uno striscione con la scritta: “Ergogan ha le mani sporche di sangue. Difendiamo Afrin”. In chiesta è stata anche lanciata della vernice rossa a simboleggiare il sangue. Poi gli attivisti hanno preso la parola e letto un volantino. “l Papa e le più alte cariche dello Stato italiano - hanno detto - incontreranno Erdogan, dittatore della Turchia, che da 15 giorni ha lanciato ad Afrin, nella Siria del nord, l’operazione “Ramoscello d’ulivo”. Il simbolo di pace dei cristiani per coprire una grande operazione militare con bombardamenti e un importante dispiegamento di forze di terra. Ieri la rivoluzione del Rojava ha sconfitto l’ISIS a Kobane e Raqqa, oggi viene attaccata con la complicità di tutte le potenze occidentali”. In Chiesa è arrivata la Digos che ha rintracciato i manifestanti che nel frattempo erano fuggiti mentre otto persone sono state raggiunte e portate in questura. Ora rischiano una denuncia per violenza privata e interruzione di una funzione religiosa. Sono esponenti di diversi centri sociali in città, e tra loro anche una donna, esponente di spicco del Pkk in Italia. l'11 febbraio i centri sociali hanno organizzato un corteo che partirà da piazza Carlo Felice.