Torino

Torino, sindaca e vescovo in visita alla moschea: "La città è orgogliosa di voi"

La sindaca Appendino e il vescovo Nosiglia in visita alla moschea di via Genova 
Incontro nel luogo di culto di via Genova in occasione dell'iniziativa "Moschee aperte". Nosiglia: "Qui si prega, mi sento a casa"
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«Ramadan Mubarak», dice la sindaca Chiara Appendino quando varca, rigorosamente senza scarpe, la soglia della moschea di via Genova 268. È il suo augurio per il mese sacro dei torinesi musulmani. Con lei nella prima tappa delle istituzioni in alcune delle 14 moschee che hanno aderito all’iniziativa “Moschee Aperte” ci sono l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, l’assessora regionale alle Pari opportunità Monica Cerutti, il prefetto Renato Saccone e il presidente della circoscrizione, Davide Ricca. «Vogliamo sentirci parte di un’unica comunità - ha detto la sindaca - In un periodo in cui c’è molta diffidenza, iniziative come questa creano ponti importanti di fiducia. Voi siete un orgoglio per la nostra comunità».

Un tempo la moschea di via Genova, sul confine con Moncalieri, era un cinema, oggi riconvertito in luogo di culto associato ad un centro culturale islamico presieduto da El Rhalmi Abdelghani: «Vogliamo che questi spazi diventino parte della città – dice - Qui a Torino abbiamo un modello che vogliamo condividere in Italia».

Per l’arcivescovo Nosiglia è stata la prima visita alla moschea di via Genova. «Mi sento un po’ a casa - dice - Questo è un luogo di spiritualità e cultura, qui si prega molto e la preghiera porta sempre un messaggio d’ amore». L’arcivescovo ha consegnato agli imam un messaggio per il Ramadan. La comitiva di autorità ha visitato anche la stanza al piano superiore della moschea, dedicata alle donne. «Chi arriva da altri paesi deve sentirsi a casa e per questo è importante la presenza delle istituzioni - commenta Monica Cerutti – Serve un giusto compromesso tra l’essere cittadini a tutti gli effetti e poter mantenere i legami con la propria cultura».

La visita della sindaca e dell’arcivescovo è proseguita nelle altre moschee di San Salvario e poi alla moschea Taiba di via Chivasso dove Appendino ha partecipato alla cena di Iftar, il pasto che segna la rottura del digiuno dopo il tramonto. Il Comune ha messo a disposizione seimila sedie e 600 tavoli per organizzare la cena. Molte zone della città, come via Saluzzo, si sono trasformate in lunghissime tavolate a cielo aperto con piatti e ricette tipiche preparate dalle famiglie musulmane torinesi che per tutta la domenica hanno aperto le porte dei loro luoghi di culto ai torinesi. Molte moschee hanno organizzato eventi ed incontri per raccontare qualcosa della cultura e della fede musulmana. Alla moschea Taiba, ad esempio, i volontari hanno organizzato stand di calligrafia araba e tatuaggi all’hennè.
Al centro Mecca di via Botticelli, presieduto da Amir Younes, è arrivato per l’occasione l’ex governatore delle regioni Egiziane Al-Qaly?biyya e Al-Man?fiyya, Adly Hussein.