Sei denunciati per l'aggressione a un simpatizzante di Casapound da parte degli stessi militanti del gruppo di estrema destra. Tra i denunciati c'é anche il segretario provinciale Matteo Rossino. Uno dei militanti, Pasquale Calabrò, 50 anni, è stato arrestato dalal Polizia perchè in casa aveva una bomboletta di spray al cs considerata arma da guerra. Per la prima volta gli agenti della Digos hanno perquisito la sede di Casapound, l'Asso di Bastoni in via Cellini, dove gli uomini della questura di Torino hanno sequestrato bandiere con il fascio littorio, mazze di ferro e di legno avvolte dalla bandiera italiana. Le indagini procedono anche per valutare il reato di apologia del fascismo.
L'inchiesta nasce dal diverbio tra Rossino e un simpatizzante del gruppo davanti all'Ex Moi il 4 aprile scorso. Dopo quell'episodio il simpatizzante, 45 anni, si era presentato sotto l'Asso di Bastoni e si era visto circondare da una quindicina di persone che lo avevano aggredito a bastonate. L'uomo era finito in ospedale con una prognosi di 7 giorni.
"Quella notte sequestrammo già armi improprie - spiega il questore Francesco Messina- In base agli esiti di questa indagine stamattina abbiamo eseguito i provvedimenti disposti della procura della Repubblica. La vicenda mi porta a ribadire che o si fa il soggetto politico con il rispetto di un sistema democratico, oppure si svolgono attività diverse e allora non si fa politica. Lo dico con una certa preoccupazione - ribadisce il questore - Questa situazione è molto singolare per il tipo di materiale ritrovato". Molti oggetti usati come armi sono stati trovati nella sede di via Cellini, nelle case e nelle auto degli indagati.
Attraverso i testimoni e le immagini delle telecamere di sorveglianza gli investigatori hanno identificato sei dei protagonisti dell'aggressione, tutti indagati per lesioni aggravate. Quelle indagini hanno portato alle perquisizioni di questa mattina.
Da diversi mesi gli uomini della Digos, diretti da Carlo Ambra, hanno intensificato i controlli tra i militanti di Casapound che sembrano aver alzato l'asticella delle loro azioni.
L'inchiesta nasce dal diverbio tra Rossino e un simpatizzante del gruppo davanti all'Ex Moi il 4 aprile scorso. Dopo quell'episodio il simpatizzante, 45 anni, si era presentato sotto l'Asso di Bastoni e si era visto circondare da una quindicina di persone che lo avevano aggredito a bastonate. L'uomo era finito in ospedale con una prognosi di 7 giorni.
"Quella notte sequestrammo già armi improprie - spiega il questore Francesco Messina- In base agli esiti di questa indagine stamattina abbiamo eseguito i provvedimenti disposti della procura della Repubblica. La vicenda mi porta a ribadire che o si fa il soggetto politico con il rispetto di un sistema democratico, oppure si svolgono attività diverse e allora non si fa politica. Lo dico con una certa preoccupazione - ribadisce il questore - Questa situazione è molto singolare per il tipo di materiale ritrovato". Molti oggetti usati come armi sono stati trovati nella sede di via Cellini, nelle case e nelle auto degli indagati.
Attraverso i testimoni e le immagini delle telecamere di sorveglianza gli investigatori hanno identificato sei dei protagonisti dell'aggressione, tutti indagati per lesioni aggravate. Quelle indagini hanno portato alle perquisizioni di questa mattina.
Da diversi mesi gli uomini della Digos, diretti da Carlo Ambra, hanno intensificato i controlli tra i militanti di Casapound che sembrano aver alzato l'asticella delle loro azioni.