Torino

Il club Bilderberg sceglie Torino per il meeting annuale

Al Lingotto la riunione del Club 
Dal 7 al 10 giugno al Lingotto il think tank fondato da Rockefeller nel 1954. Polemica dei 5Stelle, richiesta di comunicazioni alla sindaca Appendino che però rinvia il dibattito a dopo l'incontro
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Il gruppo Bilderberg si riunirà dal 7 al 10 giugno a Torino e la location sarà il centro congressi del Lingotto. L'esclusivo club fondato da Rockfeller nel 1954 ha scelto l'Italia per portare personalità di spicco del mondo politico, economico, accademico e dei media a parlare del populismo in Europa, della sfida della disparità, ma anche del futuro del lavoro e dell'intelligenza artificiale.

La sessantaseiesima edizione ha già 128 ospiti confermati tra cui gli italiani John Elkann, presidente di Fca e di Exor, la giornalista Lilli Gruber, il direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi, e il cardinale segretario dello Stato Vaticano, Pietro Parolin. Saranno a Torino anche gli economisti Alberto Alesina e Mariana Mazzucato, il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, la senatrice a vita Elena Cattaneo e il manager Vittorio Colao.

I Paesi rappresentati saranno 23. Hanno confermato la presenza anche l'ex presidente della Commissione europea José Durao Barroso, l'ex primo ministro francese Bernard Cazeneuve, l'americano Henry Kissinger, il generale statunitense David Petraeus e il primo ministro olandese Mark Rutte. Nei 12 punti all'ordine del giorno anche gli Stati Uniti prima delle elezioni di medio termine, il libero scambio, la leadership mondiale degli Stati Uniti e la Russia, oltre che il computer quantistico, Arabia Saudita e Iran, il mondo "post-verità" e eventi attuali.

Nell'elenco dei partecipanti, disponibile sul sito web del gruppo, figurano ministri, industriali, amministratori delegati di multinazionali e i vertici di numerose banche. Secondo le regole del Bilderberg, due terzi dei partecipanti vengono dall'Europa, il resto dall'America del Nord. La conferenza si svolge a porte chiuse secondo la regola di Chatham House: chi assiste è libero di utilizzare le informazioni ricevute, ma non può essere rivelata l'identità del relatore.

I partecipanti, grazie alla natura privata della conferenza che si svolgono rigorosamente a porte chiuse e senza verbali, “non sono vincolati dalle convenzioni dei loro uffici o da posizioni già concordate – spiegano gli organizzatori Bilderberg - Possono quindi prendersi il tempo per ascoltare, riflettere e raccogliere idee. Non c'è alcun risultato auspicato, non vengono presi verbali e non viene scritta alcuna relazione. Inoltre non vengono proposte risoluzioni, non si procede a votazioni e non vengono rilasciate dichiarazioni programmatiche”.

Non a tutti, però, piace l'arrivo in città di quelli che considera "i potenti della Terra". In particolare, a scagliarsi contro la riunione delle oltre cento personalità di rilievo in campo finanziario, economico, politico e giornalistico, è Monica Amore, consigliera della maggioranza a 5 Stelle che governa Torino: “Mi preoccupa molto la presenza del gruppo Bilderberg in città. Si tratta di una élite chiusa di neo-oligarchie finanziarie dedite al neoliberismo più estremo: Torino deve tornare ad essere la capitale dei diritti del lavoro”.

Una vera dichiarazione di "non benvenuto", quella della consigliera grillina, che fa seguito alla scelta di sottoscrivere la richiesta di comunicazioni alla sindaca Chiara Appendino presentata dal capogruppo della Lega Nord in Sala Rossa, Fabrizio Ricca. La giunta avrebbe dovuto parlarne in un primo momento nel Consiglio comunale di questo pomeriggio, ma poi ha scelto di rinviare la discussione alla prossima settimana, quando la riunione si sarà già tenuta.