Torino

Torino, "Aprite i porti": mille in piazza alla manifestazone di protesta contro Salvini

Il presidente  Chiamparino: “Il presidio è un segnale di contrapposizione al linguaggio di Salvini che è fortemente diseducativo". La capogruppo M5S in Comune: "Ipocriti gli appelli di certa sinistra"

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Oltre mille persone si sono trovate in piazza Castello davanti alla prefettura per la manifestazione “Porti Aperti” convocata per protestare contro la decisione del ministro dell’Interno Matteo Salvini di non concedere all’Aquarius con 629 profughi a bordo l’attracco in un porto italiano. Una manifestazione che segue quella a favore della Costituzione dopo che Lega e Cinque Stelle avevano chiesto l’impeachment del Capo dello Stato per il “no” a Savona come ministro all’Economia da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una piazza molto simile si è ritrovata oggi davanti alla prefettura. Piazza indignata per la scelta del ministro dell’interno che ha raccolto anche l’adesione dei sindacati oltre che di tutto il centrosinistra unito. “Serve, e immediatamente una gestione europea dell'immigrazione attraverso una rete di corridoi umanitari pensati insieme ai Paesi da dove partono gli immigrati”, ha sottolineato Chiamparino. Duro il segretario del Pd di Torino Mimmo Carretta dopo che il gruppo 5 Stelle ha rifiutato di aderire alla manifestazione organizzato dal comitato “Mai più Fascismi” cui  aderiscono diverse sigle tra cui l’Anpi, l’Arci, l’Acli, Cgil, Cisl, Partito democratico e Liberi e Uguali.  E dopo che la capogruppo Valentina Sganga ha sottolineato che l’assessore Marco Giusta ("se Torino avesse il mare il suo porto sarebbe aperto2 aveva detto ieri in un post su facebook) si è espresso a livello personale.
“Le parole di Giusta appaiono ipocrite, se vuole dare seguito al suo post - dica Carretta - dovrebbe dimettersi o essere qua a protestare. Dare seguito con i fatti alle parole. Non è una manifestazione di partito. Qui non lo vedo, forse sarà ancora a festeggiare il compleanno della sindaca Appendino”. 
 

Il presidente Chiamparino, in mattinata, aveva spiegato così la sua desione al presidio:  "E' un segnale di contrapposizione al linguaggio di Salvini che è fortemente diseducativo. Ma deve essere accompagnato da una proposta politica nella quale sia l’Europa a organizzare i corridoi umanitari. Lo slogan “aprite i porti” è insufficiente, mi va bene se dietro c’è una proposta politica organizzata ma se è solo “aprite i porti” per dire “venite qui ma poi ci arrangiamo” non basta”.  Per Chiamparino “non si può pensare di gestire l’emergenza umanitaria dei migranti a colpi di braccio di ferro, per spostare il problema da un’altra parte. Questo è un tema su cui dobbiamo  sfidare il governo Salvini, e non lo chiamo così a caso, ovvero sulla capacità di coinvolgere i paesi del bacino del Mediterraneo sulla possibilità di gestire i flussi e i paesi Europei perché ci siano corridoi umanitari organizzati. Salvini ha approfittato di una situazione critica, in cui anche Malta ha le sue responsabilità, per dare un messaggio di chiusura e basta, secondo me invece serve un’apertura organizzata. È uno dei grandi temi di questo tempo, anche in vista della campagna elettorale per le elezioni europee del prossimo anno”. 

Ma la capogruppo comunale M5S Valentina Sganga lo aveva attaccatto: "Non so se questo pugno di ferro intrapreso dal governo, e paventato già un anno fa dall'ex ministro Minniti, servirà a smuovere le coscienze di tutti quelli che fino ad ieri in Europa si sono girati dall'altra parte di fronte alle più ingiuste miserie umane. So però una cosa: non accetto lezioni di moralità ed etica da nessuno di quelli che avrebbero dovuto fare qualcosa e non hanno mai mosso mezzo dito. Ma gli appelli di una certa sinistra sulle sorti della nave Aquarius mostrano quanta interessata ipocrisia si annida in chi ha perso tutte le occasioni per cercare di cambiare le cose".
E critiche a Chiamparino sono arrivate dai consiglieri regionali pentastellati  Davide Bono e  Giorgio Bertola: "Chiamparino prima di impartire lezioncine di democrazia si occupi di ospedali, di liste d'attesa e delle frane che stanno devastando il Piemonte. Sulla vicenda Aquarius vorrebbe insegnare la democrazia, ma le sue parole suonano come surreali. Soprattutto se pronunciate da un politico di professione dal lontano 1975 e appartenente proprio a quello schieramento che non ha risolto nulla sul fronte della corretta gestione dei flussi migratori e dei rapporti europei. A Torino come a Roma e nel resto del Paese"