Torino

Sindone, Nosiglia sullo studio che denuncia falsità: "Il Lino è sempre l'icona della passione e morte del Signore"

L'arcivescovo Cesare Nosiglia davanti alla Sindone 
L'arcivescovo sullo studio di Cicap e università di Liverpool: "Serve neutralità, se nella ricerca si parte dai preconcetti non sono più i fatti che contano, ma le idee precostituite"
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"Un principio fondamentale che deve guidare chi desidera affrontare con metodo rigorosamente scientifico questioni complesse" come quella legata alla Sindone "è il principio della neutralità, perché se si parte da un preconcetto e si orienta la ricerca per dimostrarlo, facilmente si giungerà a confermarlo. In questo caso non sono più i fatti che contano, ma le idee precostituite vanificando così quella neutralità propria della scienza rispetto alle convinzioni personali". Lo sottolinea monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e custode pontificio della Sindone, all'indomani della ricerca secondo la quale almeno la metà delle macchie di sangue sarebbe falsa.

"Nel corso dei secoli, e con maggiore frequenza negli ultimi anni, ci sono stati molti tentativi di affrontare l'autenticità della Sindone", osserva il presule che ricorda come secondo San Giovanni Paolo II "la Sindone sia una costante provocazione per la scienza e l'intelligenza". Tutto cio, però, "non inficia minimamente il significato spirituale e religioso della Sindone quale icona della passione e morte del Signore come l’ha definita l’insegnamento dei pontefici".

Nosiglia rileva ancora che contemplare la Sindone "è come leggere pagine di Vangelo" quindi, pur non essendo "oggetto di fede, aiuta però la fede stessa perché apre il cuore di chi l'avvicina e la contempla a rendersi consapevole di ciò che è stata la passione di Gesù in croce. Questa è sempre stata ed è tutt'oggi la ragione per cui milioni e milioni di fedeli in tutto il mondo venerano, pregano e contemplano la Sindone e ne traggono speranza per la loro vita di ogni giorno".