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Stop alla Tav, Chiamparino: "Serve un moto d'orgoglio e spero che i leghisti insorgano"

Sergio Chiamparino 
Il presidente della Regione: "Entro settembre un incontro di tutte le rappresentanze economiche, sociali, istituzionali e politiche". Le reazioni dell'opposizione. Frediani, M5S: "Scelta coerente". Mobilitazione degli industriali lunedì a Torino, preoccupazione dei sindacati edili
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Contro lo stop alla Tav annunciato dal premier Giuseppe Conte scende in campo il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino e annuncia, entro settembre "un incontro di tutte le rappresentanze economiche, sociali, istituzionali e politiche per far risuonare chiare e forti le voci della società piemontese a favore dell'opera. E' indispensabile un moto d'orgoglio - dice il presidente - che impedisca che la nostra regione venga messa ai margini di tutte le relazioni economiche, nazionali e internazionali". 

Chiamparino chiama a raccolta anche i colleghi presidenti di Liguria, Giovanni Toti e Lombardia, Attilio Fontana. "Se si dovesse mai davvero bloccare il collegamento Torino-Lyon - avverte il presidente - anche le altre grandi opere, a cominciare dal Terzo Valico, sarebbero da rivedere, perché verrebbe meno la forza della piattaforma logistica del Nord-Ovest. Chiedo dunque anche a loro un pronunciamento netto. Mi auguro che, sulla scorta di quanto dichiarato da Matteo Salvini, i leghisti - che nel loro programma elettorale avevano il completamento del Tav - insorgano per bloccare questa deriva anti-piemontese e contraria agli interessi del Nord-Ovest e dell'intero Paese".

Primo a raccogliere l'appello è il governatore della Liguria, Giovanni Toti: "Mi auguro che il governo rinunci a prendere decisioni affrettate e ragioni con attenzione su tutte le grandi opere, a partire da quelle del Nord Ovest. Lombardia, Liguria e Piemonte, già da tre anni hanno istituito una cabina di regia che coinvolge i principali player di questo sistema per coordinare le proprie politiche di sviluppo - evidenzia Toti -. Fermare la modernizzazione del paese vorrebbe dire condannarlo alla marginalità e al sottosviluppo".


Tutta l'opposizione va alla carica contro l'ipotesi di blocco dell'opera.  "La Tav non è una ferrovia locale, ma un segmento essenziale del corridoio ferroviario che attraversa l'Europa, da Mosca all'Atlantico. Se si blocca la Tav quel corridoio sarà realizzato passando a nord dell'Italia che così verrà tagliata fuori da flussi strategici di persone, tecnologie e merci con danni enormi per l'intero Paese. Una follia! Questa sì va fermata". Lo ha dichiarato Piero Fassino, parlamentare pd. 

 "Sulla Tav è caos totale nel governo. Giuseppe Conte dice No, Matteo Salvini dice Sì. Qual è la linea dell'esecutivo gialloverde? Basta prese in giro, basta con il tergiversare di Danilo Toninelli e Luigi Di Maio. Per Fi le infrastrutture sono fondamentali per il Paese". Lo afferma Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. Le fanno eco in una nota i colleghi Carlo Giacometto, Claudia Porchietto e Diego Sozzani: "Leggendo i quotidiani di oggi, nonostante le goffe smentite di Palazzo Chigi, le nostre preoccupazioni trovano oggettive conferme. Le grandi opere, a partire dalla Tav, secondo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e secondo il Movimento 5 stelle non sono più di interesse nazionale e, comunque, i risultati delle analisi e delle valutazioni dei costi-benefici per la loro realizzazione e per il loro completamento non si avranno prima del prossimo autunno". Aggiunge il deputato Osvaldo Napoli:  "Viene da chiedersi se è giusto imporre un prezzo così alto al Paese al solo scopo di tenere insieme la maggioranza giallo-verde e, aggiungo, per mettere un'imbracatura alla Giunta M5S di Torino ormai allo sbando. Mi rifiuto di credere che Salvini e la Lega possano accettare un simile ricatto da parte dei grillini la cui ideologia pauperista e giustizialista è agli antipodi del programma di centrodestra sottoscritto dalla Lega con Forza Italia e Fratelli d'Italia".

"Bene la Lega sulla Tav. che considera l'opera fondamentale per il Piemonte", afferma il leader dei Moderati Giacomo Portas, eletto alla Camera nel Pd. "Sulla Tav il governo ha cambiato parere mille volte nelle ultime ore: prima il ministro Toninelli ha parlato di modifiche all'opera per poi dire che non sarebbe stata fatta, il vice premier Salvini ha poi chiesto un'indagine su costi e benefici, mentre il presidente del consiglio Conte ha dichiarato lo stop della Torino-Lione. Successivamente lo stesso salvini ha ribadito che l'opera sarà fatta. Siamo veramente sicuri che oltre il 60% degli italiani, come affermerebbero i sondaggi, approvino questo miserabile balletto?". Così la deputata dem Silvia Fregolent, capogruppo pd in commissione Finanze.

Per i pentastellati parla Francesca Frediani, consigliere regionale in Piemonte. "L'intenzione del governo di fermare il Tav, apparsa su numerose testate, è nient'altro che una conferma in coerenza con le scelte portate avanti dal Movimento 5 Stelle da molti anni contro un'opera devastante e inutile. Adesso, come al solito, iniziano a circolare fantasiose ricostruzioni politiche e giornalistiche su presunte maxi penali dovuti allo stop del cantiere. Le consuete fake news della lobby Sì Tav. Per quanto riguarda gli appalti già attribuiti non sussiste alcun diritto a richiedere penali - sostiene -. Inesistenti anche le penali nei confronti dell'Unione europea e della Francia. Basti citare il caso del Portogallo proprio con riferimento al corridoio mediterraneo: nel 2012 cancellò la propria tratta ad alta velocità da Lisbona a Madrid e né Bruxelles, né la Spagna richiesero indennizzi".

Il fronte delle imprese, intanto si mobilita. Lunedì sarà convocato a Torino un incontro con tutti le forze politiche, economiche e sociali del Piemonte per "ribadire che la Tav è fondamentale e bloccarca significa distruggere il futuro di questo territorio" spiega il segretario generale di Confidustria Piemonte Paolo Balistreri. E Dario Gallina, presidente dell'Unione industriale di Torino,aggiunge: "Siamo allibiti di fronte valzer di posizioni sulla Tav, siamo fortemente preoccupati dall’inquietante piega che sta prendendo la situazione. Bloccare la Tav per il nostro territorio e il nostro Paese sarebbe una disgrazia, un gesto autolesionistico che condurrebbe a un progressivo e inevitabile isolamento del Nord Ovest, a sostenere dei costi scandalosi in quanto inutili, oltre che a una sempre più drammatica perdita di credibilità a livello internazionale".

Fermare la realizzazione delle grandi opere sarebbe sbagliato, perchè il Paese ha bisogno di grandi infrastrutture. Lo sostengono Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, che chiedono di mettere "i bisogni del Paese prima di campagne elettorali permanenti che non servono a lavoratori e cittadini"."L'alta velocità/alta capacità così come il passaggio da gomma a ferro o ai corridoi del mare - spiegano in una nota congiunta i segretari generali delle tre federazioni, Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi - sono una sfida fondamentale per un Paese che muove ancora il 90% delle merci con un inquinante e costoso trasporto su tir. La connessione con i grandi corridoi europei è parte indissolubile del rilancio delle nostre aziende manifatturiere e non solo e per rompere l'isolamento delle aree interne. Le infrastrutture servono al Paese per ridurre quel costo aggiuntivo che limita la nostra capacità competitiva".
"Queste - proseguono i sindacalisti - le ragioni per andare avanti con la Torino-Lione, queste le ragioni per evitare di aggiungere al danno (la mancata realizzazione), la beffa di far pagare ai cittadini oggi le penali contrattuali, domani la mancanza di competitività".