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«Più moschee per pregare nella legalità»

Mondo islamico a convegno, ma ci sono ancora divisioni. Minuto di silenzio in onore di Valeria e Luca, vittime dei terroristi

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«Non dobbiamo dare al governatore Zaia l’alibi di dire che non condanniamo e non scendiamo in piazza contro il terrorismo: io in piazza ci sono andato e ci andrò sempre, sit-in e fiacolate. Ma dobbiamo andarci tutti, su questo chiedo collaborazioni a tutte le altre realtà del mondo islamici italiano».

Tanji Bouchaib, presidente della federazione islamica del Veneto, non si nasconde. Al convegno di ieri al Maggior Consiglio - con il significativo titolo «Per un Islam italiano» – fotografa subito la realtà di un mondo islamico veneto inserito più che integrato, che ancora non si muove compatto sulla strada della piena partecipazione e condivisione di valori fondanti del paese che li ospita.

L ’Islam moderato, democratico - quello che tanti chiedono per fronteggiare il terrorismo e il fondamentalismi islamici - nel Veneto c’è. E non è piccolo. Riconosce la Costituzione e «la cultura e la civiltà millenaria dell’Italia», ne vuole far parte ma chiede «cittadinanza, dignità, e più posti dove aggregarsi, moschee comprese», richiesta che anche la Cisl sposa. E certo, lo ius soli, per i bambini e ragazzi nati qui, che non sanno magari nemmeno com’e fatto il loro paese d’origine.

Ma sembra ancora troppo poco articolato (alto il tasso di marocchini, minore quello di altri paesi: meno di 100, ieri in sala da tutto il Veneto); c’è un’ oggettiva questione di troppe donne estranee e non inserite, spose e italiane ma che non sanno la lingua (la conferma dalla viceprefetta Paolo di Palma e dall’assessore Cabino, che consegnano la cittadinanza). Eppure, la confederazione italiana cui la federazione veneta aderisce ha firmato il patto con Minniti e quello territoriale con il prefetto di Treviso Laura Lega.

Ieri, nella sala del Maggior Consiglio, ha pregato il Corano - una “sura” significativa dedicata all’incontro con gli altri fedeli - con l’imam Hadidi e poi ha onorato Valeria e Luca, i giovani veneti vittime del terrore islamico, con un minuto di silenzio.

L’integrazione, per ora, anche nel Veneto resta ancorata a famiglia, scuola e lavoro, in attesa di una crescita collettiva comunitaria. Ma i due piccoli che ieri in sala giocavano con il tablet (e durante la preghiera), fotografavano perfettamente quello che sarà, fra non molti anni, il Veneto multietnico 2.0.

Onorio Rota, segretario della Cisl, ha sostenuto con forza la legge sullo ius soli («Ragazzi nati qui e che studiano qui, crescono qui, devono sentirsi parte attiva della nostra comunità»), criticato la legge regionale che ferme le moschee in evento («Vanno valorizzate e fatte emergere, non occultate»), ricordando come la Cisl abbia diversi delegati e anche sindacalisti islamici pienamente inseriti, e come «la vita democratica e sindacale sia una viatico per l’inserimento sociale». E sono anche intervenuti, sullo stato dell’arte delle riforme in Parlamento, il senatore Gianpiero Della Zuanna (oggi nel Pd) e Andrea Causin (Forza Italia).

Da un punto di vista laico, l’assessore Anna Caterina Cabino ha ricordato come «nessun religione, che è spiritualità e dunque vita e crescita, può farsi bandiera di distruzione terrore e morte», e ha ricordato come le scuole di Treviso siano già da molti anni, «piccole assemblee dell’Onu».

A moderare l’incontro c’era Massimo Abdallah Cozzolino, segretario della Confederazione Islamica, il cui presidente Mustapha Hajraoui ha salutato i partecipanti, con Bouchaib Tanji. (a.p.)

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