In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Un nuovo centro di cultura islamica salgono le barricate a Vittorio Veneto

Vittorio Veneto. Quasi finiti i lavori per la sede dell’associazione Misericordia «Non è una moschea», ma a San Giacomo monta la protesta

di Francesca Gallo
1 minuto di lettura

VITTORIO VENETO. Conto alla rovescia per il nuovo centro culturale islamico a San Giacomo di Veglia. È ormai quasi tutto pronto per l’inaugurazione nella ex sede di autotrasporti Bellot di via Mattei, tanto che nelle ultime settimane nel parco sono stati installati persino i giochi per i bambini.

Nel cantiere si lavora anche di sabato e domenica. La casa e il capannone si trovano in via Mattei, a ridosso della rotatoria che conduce alla zona industriale. «Manca davvero poco», commentano i responsabili dell’Associazione culturale Misericordia che ha commissionato i lavori. Anche ieri i tecnici erano al lavoro per fissare le rubinetterie nei bagni del salone del nuovo centro culturale islamico. «Non abbiamo una data precisa per l’inaugurazione», spiega Mohamed Aboulhaoun, vicepresidente dell’Associazione, «perché non abbiamo un finanziamento continuo. Ci autofinanziamo e a mano a mano che abbiamo i fondi andiamo avanti. Speriamo di finire per l’inizio dell’estate».

L’Associazione culturale Misericordia organizza da tempo corsi di lingua araba, per bambini e adulti, corsi di cucina, incontri culturali. «Il centro non sarà una moschea, per la quale servirebbero particolari autorizzazioni e in Italia è quasi impossibile», dice il segretario dell’Associazione, Mohamed Chafic. «Più che un centro di aggregazione, sarà un centro culturale, nato per creare eventi, sullo stile di quello che c’è all’area Fenderl. La nostra Associazione ha anche una sua pagina Facebook». Nel quartiere di San Giacomo i residenti parlano invece di una moschea mascherata. «È una volontà politica dell’amministrazione Tonon», commenta il segretario nazionale Liga Veneta-Lega Nord, Toni Da Re, «vorremmo capire se quell’area ha avuto una variante urbanistica, un tempo era abitazione e azienda. Se ora diventerà un centro culturale significa che devono aver fatto, quanto meno, un cambio destinazione d’uso. Da Re spiega che l’area Bellot, acquistata dall’Associazione Misericordia, aveva una destinazione urbanistica diversa da centro culturale, in quanto era una sede di una ditta di autotrasporti». Se c’è stato un cambio destinazione d’uso», rincara Da Re, significa che è stata una scelta ponderata di questa amministrazione». «Tutto questo sta avvenendo in assoluto silenzio del presidente di Quartiere di San Giacomo e senza informare la cittadinanza», fa notare l’ex vicesindaco Giovanni Braido che 15 anni fa si era opposto alla costruzione del “magazzino moschea “in via Boite. «Il Partito democratico vuole i musulmani a Vittorio e non pensa a offrire servizi ai vittoriesi».

I commenti dei lettori