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Addio a Diamante, l’ultima contessa di villa di Maser

Maser. Si è spenta nella sua dimora palladiana, aveva 71 anni. I funerali saranno celebrati giovedì nel Tempietto Barbaro

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MASER. L’ultimo saluto si terrà giovedì pomeriggio alle 15,30 nel Tempietto Barbaro, quasi di fronte a quella villa tanto amata che l’ha vista crescere ed ora spegnersi. In quel piccolo scrigno, del resto, ultima opera di Andrea Palladio, si era sposata nel 1985 e allora a celebrare il matrimonio con Vittorio Dalle Ore era arrivato monsignor Loris Francesco Capovilla, lo storico segretario di Papa Giovanni XXIII.

Diamante Luling Buschetti si è spenta l’altra notte, all’età di 71 anni, nella sua villa di Maser, a pochi metri dallo splendido ciclo di affreschi di Paolo Veronese considerato uno dei maggiori esempi del Cinquecento veneto. Per tutti era la «contessa», perché contessa era, anche se così non amava farsi chiamare.

Era figlia di Enrico Luling Buschetti, ufficiale di cavalleria, e della contessa Marina Volpi, a sua volta figlia di quel Giuseppe Volpi, visionario inventore di Porto Marghera, della Mostra del cinema e presidente degli industriali italiani ma anche ministro delle Finanze di Mussolini (salvo poi diventare finanziatore della Resistenza veneta alla vigilia del 1945).

Le idee di Diamante Luling Buschetti erano profondamente diverse da quelle del nonno. Molto legata alla mamma, regina di relazioni e scomparsa nel 1977 dopo aver trasformato villa di Maser in un cenacolo internazionale di artisti, intellettuali, duchi e duchesse da mezza Europa, Diamante aveva una autentica venerazione per quella dimora patrimonio Unesco adagiata sulle colline di Maser. Nel 1987 vi aveva accolto la Regina Madre d’Inghilterra, venuta a trovare l’amica Freya Stark. E nel 1990 proprio lei aveva fatto gli onori di casa al vertice dei Ministri degli Esteri europei. Moltissimi i personaggi che hanno frequentato quelle stanze, lungo tutto il Novecento.

E proprio in questa sua dimora ha scelto di spegnersi, dopo una lunga e lacerante malattia che l’aveva piegata nel fisico ma non nel temperamento. La famiglia per questo rivolge un ringraziamento allo Iov di Padova e al servizio domiciliare integrato dell’Usl.

A questo luogo Diamante ha dedicato tutte le sue energie: proteggendolo, con sacrificio non modesto, dagli assalti degli speculatori.

Per amore di questo grande esempio di architettura aveva rilanciato la vocazione agricola della tenuta, investendo nel marchio vinicolo Villa di Maser e dedicandosi alla rifondazione del Consorzio dei vini di Asolo e del Montello, di cui è stata a lungo presidente. Nel 2009 decisivo fu il suo impegno a istituire, accanto alla denominazione del Conegliano Valdobbiadene, il riconoscimento della Docg Asolo e Montello. Ogni anno apriva la villa alla mostra delle ciliegie. Così fino al maggio dell’anno scorso.

Carattere non semplice, Diamante aveva in cima ai pensieri anche la tutela di un territorio coeso intorno alla valorizzazione dei suoi tesori, un’impresa non sempre riuscita per la gelosia di molti. L’ultimo schiaffo, che l’aveva profondamente addolorata, la perdita della presidenza dell’asilo di Maser, struttura alla quale aveva dedicato preziose energie con l’introduzione di metodi educativi innovativi. (d.f.)

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