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Treviso, “Re delle truffe” scarcerato e riarrestato

Preso a Genova con un complice. Da venerdì le Iene gli davano la caccia dopo che aveva lasciato il carcere di Santa Bona a Treviso

di Marco Filippi
1 minuto di lettura

TREVISO. Stefano Ramunni, 55 anni, “il più grande truffatore d’Italia”, come lo definisce la popolare trasmissione delle “Iene”, che domenica su Italia 1 gli ha dedicato un ampio servizio, è uscito, venerdì scorso, dal carcere di Treviso.

Dopo tre mesi trascorsi in una cella del carcere di Santa Bona dall’ultima “bravata” (era stato fermato, assieme ad un complice, a gennaio nella zona di Castelfranco su una Peugeot con lampeggiante delle forze dell’ordine e documenti falsi che attestavano la sua appartenenza al corpo diplomatico vaticano), il giudice Angelo Mascolo aveva accolto l’istanza di scarcerazione presentata dal difensore, l’avvocato Fabio Crea, non ritenendo necessaria l’ulteriore permanenza in carcere per i reati a lui contestati e disponendo contestualmente la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Milano, con l’onere di presentarsi ogni giorno per la firma in una caserma delle forze dell’ordine.

E mentre la procura della Repubbblica di Treviso, sorpresa dalla scarcerazione, stava valutando di presentare un eventuale ricorso contro la scarcerazione di Ramunni e del suo complice Giovanni Chiaramonte, 25 anni, in virtù, è di ieri sera la notizia del fermo d’indiziato di reato dei due da parte dei carabinieri di Genova.

Ramunni è un uomo dalle mille identità, che ha truffato banche, amici e tratto in inganno diverse procure, inviando il proprio certificato di morte falso per far estinguere decine di provvedimenti a suo carico.

Venerdì, Ramunni era uscito dal carcere, assieme a Chiaramonte, cogliendo di sorpresa le Iene con cui avrebbe dovuto effettuare un’intervista all’interno del carcere. Non appena saputo della scarcerazione, le “Iene” non si sono date per vinte ed hanno così iniziato una vera caccia all’uomo. O meglio a Ramunni. Seguendolo dalla stazione di Treviso fino a quella di Padova.

Nella città del Santo, Ramunni e Chiaramonte sono stati visti entrare in un internet-point, e lì sono rimasti per tre ore scaricando codici fiscali e altri documenti. Dal registro delle stampe, Giulio Golia delle Iene è riuscito a risalire ai documenti riprodotti da Ramunni, nell’internet-point, tra cui anche la pagina Wikipedia di Alvise Maniero, neodeputato del M5S ed ex sindaco di Mira.

Al termine del servizio, l’inviato delle Iene mette in guardia Maniero: «Onorevole stia attento. Non è che il complice di Ramunni gira con la sua identità?». Maniero ha fatto sapere di essersi accorto che qualcosa non andava e di aver presentato denuncia alla Polpost. Le “Iene” che avevano perso le tracce di Ramunni alla stazione di Padova lo hanno ritrovato a Genova dove è stato fermato dai carabinieri con il complice. Ora sono in cella.

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