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A Treviso aumentano poveri e stranieri senza casa

Treviso. Quasi mille persone in difficoltà si sono rivolte alla Caritas nel 2017: cresce la quota di immigrati

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TREVISO. C'è chi chiede una mano per cercare lavoro, o chi all'avvicinarsi di uno sfratto prova a farsi aiutare a trovare un nuovo alloggio. E ancora chi si mette in fila per poter pagare le bollette. Mentre si allunga la fila dei profughi che, appena ottenuto lo status di rifugiato, finiscono in strada. E' la fotografia della povertà nella Marca che ha visto nel corso del 2017 crescere le richieste di aiuto giunte al Centro di ascolto della Caritas tarvisina che hanno ormai toccato quasi la soglia del migliaio di presenze.

Sono state 939 le persone in difficoltà che l'anno scorso hanno varcato la soglia del centro di ascolto di via Venier. Tra queste 311 sono nuclei familiari, mentre 628 singole persone in situazione di indigenza e marginalità sociale. Tanto che l'anno scorso sono stati erogati aiuti alle famiglie pari a oltre 330 mila euro. Per sostegno al reddito e progetti a favore dell'occupazione.

Nella fetta di povertà in crescita emersa dal quadro generale messo a fuoco da Caritas ben il 40 per cento riguarda nuove richieste di aiuto. Giunte da chi mai prima d'ora aveva teso la mano: «Non solo si fa fatica ad uscire dalla spirale della povertà, ma il numero delle persone che per la prima volta si vedono costrette a chiedere aiuto è rilevante», spiega il direttore della Caritas tarvisina don Davide Schiavon. E se il disagio economico tra i nuclei familiari (italiani e stranieri) esce allo scoperto come la nuova emergenza, non è da meno la marginalità che tocca sul vivo un numero sempre più rilevante di richiedenti asilo.

Che una volta ottenuto un qualsiasi status giuridico – vale a dire il diritto a rimanere – si ritrovano in strada: «Solo il 16 per cento di chi vive una condizione di povertà è di nazionalità italiana», mette in evidenza don Davide. «Il resto arriva da altri Paesi. E si tratta per lo più di richiedenti asilo che hanno perso il diritto all'accoglienza e rimangono nel limbo dei servizi». Intanto per correre ai ripari la Caritas di Treviso ha aumentato gli aiuti. Passando in alcuni periodi dell'anno dai 60 pasti serviti tutte le sere in mensa a un centinaio di coperti.

E se in tavola tocca aggiungere nuovi posti si è addirittura duplicato in un anno il numero di coloro che chiedono non solo un pasto, ma un letto dove poter trascorrere la notte. I posti a disposizione alla Casa della Carità di via Venier sono 20 per gli uomini e 12 per le donne. Nell'ultimo anno la lista di attesa si è allungata. Così se ben 136 persone (93 profughi e 43 senza fissa dimora) sono state accolte la notte da Caritas per periodi al massimo di due mesi nel 2017, 101 sono stati i nuovi arrivi mentre solo 35 i “ritorni”. Una quarantina in attesa di un posto letto. E se il bilancio vede raddoppiare i servizi, quello economico dei proventi (8 per mille, donazioni, lasciti, eredità e contributi pubblici) segna un segno meno. Passando da 2 milioni e 900 mila euro del 2016 ai 2 milioni e 300 mila euro del 2017. A fare la differenza l'introito derivante da una eredità di 450 mila euro.


 

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