In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Estorsione in chiesa, rom condannati

Preganziol, accusati di aver pattuito con il sacrestano un lavoro da 800 euro salvo poi pretenderne addirittura 42.000

2 minuti di lettura

PREGANZIOL. La truffa era quella classica e ormai collaudata: convincere il parroco o il sacrestano a restaurare paramenti o lucidare oggetti sacri per un importo tutto sommato accettabile. Salvo poi pretendere o far sottoscrivere con l’inganno un contratto con una cifra molto più alta. Stavolta, però, i responsabili della truffa non l’hanno fatta franca ed erano stati arrestati con la pesantissima accusa di tentata estorsione. Ora il tribunale di Treviso li ha condannati, con rito abbreviato e quindi con lo sconto di un terzo della pena, a tre anni e sei mesi e a due anni e due mesi per estorsione.

I protagonisti di questa vicenda sono due uomini che vivono nel campo nomadi di via Castellana. Si tratta di Ercole e Abramo Hudorovich, rispettivamente di 58 e 52 anni. I due erano accusati di aver pattuito un lavoro da 800 euro per il restauro o la lucidatura di 20 pezzi sacri salvo poi pretenderne addirittura 42.000 euro. Solo che davanti a loro, a fine dicembre 2017, trovarono i carabinieri della compagnia di Castelfranco, dopo giorni di minacce al collaboratore pastorale della parrocchia di Sambughè e direttore dell'ufficio beni culturali d'arte sacra della Curia di Treviso don Paolo Barbisan e al sacrestano della comunità della frazione di Preganziol Giuseppe Carraro.

L’arresto era avvenuto dopo giorni di continui ricatti e minacce, i due nomadi si sono presentati nella canonica di Sambughè per pretendere 42.000 euro di compenso per il restauro dei venti pezzi sacri. Davanti a loro c’erano il sacerdote, don Barbisan, ed il sacrestano Giuseppe Carraro. Gli Hudorovich si sono presentati determinati a farsi dare i soldi che avevano preteso, secondo le accuse con l’inganno. Pare infatti che in sede di stipula del contratto avessero fatto sottoscrivere un documento in cui chiedevano un compenso da 42.000 euro anche se a voce ne avevano chiesti 800.

Solo che quella domenica pomeriggio, ad un certo punto, nella canonica di Sambughè di Preganziol sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Castelfranco e della stazione di Vedelago, già coinvolti in un’indagine a vasto raggio su truffe di questo tipo ai sacerdotoi del Nord Italia. Dopo aver avuto la prova del tentativo di estorsione, i carabinieri hanno ammanettato i due Hudorovich e li hanno portati in caserma per essere fotosegnalati e sottoposti alla prassi degli accertamenti prima dell’applicazione della misura restrittiva.

Stando a quanto si è appreso, gli Hudorovich avrebbero da tempo pressato sacerdote e soprattutto il sacrestano di 76 anni per avere la consistente cifra, pretesa con l’inganno. I carabinieri di Castelfranco, venuti a conoscenza della vicenda, si erano messi da giorni alle costole degli Hudorovich ed hanno deciso di entrare in azione, dopo aver avuto la prova del tentativo di estorsione.

E ieri in tribunale a Treviso si è celebrato il processo con rito abbreviato. Ercole Hudorovich, difeso dagli avvocati Andrea Zambon e Guido Galletti, è stato condannato a 3 anni e sei mesi e al pagamento di 6.000 euro, mentre Abramo, difeso da Zambon, ha preso 2 anni e 2 mesi. La difesa, che ora farà ricorso in Appello, aveva chiesto l’assoluzione e in subordine la derubricazione dell’accusa ad esercizio arbitrario proprie ragioni.

Giorgio Barbieri

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

I commenti dei lettori