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Prostituzione sul Terraglio, multe a domicilio per i clienti

Il sindaco di Preganziol, Galeano: «Unico modo per arginare il fenomeno, che esplode d’estate». Polizia municipale al lavoro per preparare l’ordinanza, sul modello di Empoli

Matteo Marcon
1 minuto di lettura

PREGANZIOL. Come con l’autovelox: la multa arriva a casa per i clienti delle lucciole colti in flagranza. «Così, magari ci pensano due volte prima di farlo», commenta il sindaco di Preganziol Paolo Galeano, «Dopo averle provate tutte, non ci resta che sperimentare anche questa ulteriore forma deterrente».

In queste settimane, è infatti al vaglio dell’amministrazione comunale di Preganziol una nuova misura per il contrasto, ma che sia davvero efficace, alla prostituzione. Da mesi, con l’arrivo della bella stagione, la presenza delle prostitute lungo il Terraglio e nel centro storico, a due passi dalla chiesa, dei principali negozi e degli esercizi pubblici, ha riportato all’ordine del giorno l’annoso tema della “statale a luci rosse”.

Dietro a questo fenomeno, opera un racket senza scrupoli e la presenza quasi ad ogni incrocio, tra via Schiavonia e via Dosson, di ragazze seminude pronte a salire sulla prima macchina del cliente in transito, non offre certo ai cittadini una percezione di sicurezza. Anche i social ribolliscono di indignazione per il degrado del tratto preganziolese della arteria Napoleonica. Le multe per i clienti, salatissime, già ci sono: 500 euro. Ma stavolta l’idea è quella di non farle più pagare in loco, se vengono colti in flagranza. Ma appunto di recapitarle a domicilio: qualche moglie, o mamma per i clienti più giovani, che si trovasse a sfogliare la corrispondenza, potrebbe non gradire.

«Sul tema della prostituzione», chiarisce Galeano, «non vogliamo lasciare nulla di intentato. Non possiamo negare che si tratti di una ferita aperta per il nostro territorio. Siamo intervenuti e stiamo intervenendo in tutti i modi, 20 giorni fa c’è stata una retata delle forze dell’ordine. Ma la repressione non basta. Tra le attività della nostra amministrazione comunale c’è anche il pieno supporto al network anti-tratta: finanziamo progetti per salvare le ragazze dalla strada, si tratta di un’azione doverosa, ma anche qui si ottengono risultati parziali. C’è la necessità di aprire un nuovo fronte, la terza via è quella di disincentivare i clienti».

L’idea di notificare la sanzione (prevista nel regolamento comunale di polizia urbana) direttamente a casa, considerata la “scabrosità” dell’atto in questione, suona come un inasprimento dell’attuale misura deterrente.

«L’idea è già stata sperimentata in altri comuni italiani», spiega Galeano, «c’è l’esempio di Empoli. Ci stiamo attivando con il comandante della polizia locale per replicare l’esperienza già adottata da altre amministrazioni. Finora i clienti potevano pagare la multa in loco. La decisione di notificarle a domicilio vuole essere un monito per disincentivare il fenomeno. È un terzo fronte che apriamo, consapevoli delle difficoltà create dal vuoto normativo in ambito nazionale. Come sindaci dobbiamo farlo». —


 

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