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Mozione dell’ex Forza Nuova: «Stop alla legge anti razzismo»

Da Treviso la proposta per l’abolizione della Mancino. La Lega appoggia. Silenzio Forza Italia. Conte: «No priorità, ma discutiamo»

Federico de Wolanski
1 minuto di lettura

TREVISO. «Treviso è con il ministro Fontana e contro la legge Mancino». Eletto consigliere di maggioranza con la Lista Conte, Davide Visentin ieri mattina su Twitter parlava da sindaco, annunciando qual’era il volere della città. A che titolo? Non si sa. MA tant’è, e ieri mattina l’ex segretario dell’estrema destra Forza Nuova ha inoltrato ufficialmente una mozione per impegnare sindaco e giunta «a supportare e sostenere la proposta per abrogare la Legge Mancino», quella varata nel 1993 e che prevede una serie di aggravanti per reati connessi sulla base di odio razziale, etnico, propaganda alla shoah, genocidi. In alte parole la legge contro razzismo e fascismo, quella già “puntata” nei giorni scorsi dal ministro leghista Fontana incassando la gelata di Di Maio, del premier Conte («la Mancino non si tocca»), e anche la frenata di Salvini.

Visentin: «Limità la libertà di espressione»

La mozione presentata dall’ex Forza Nuova – nei due anni precedenti al voto lasciò senza strappi la segreteria del movimento per aprire “prima i Trevigiani” e poi correre con Conte – è lunga cinque pagine. Visentin prima illustra la norma, poi inizia ad attaccarla: «In nessuna norma del codice è punito un sentimento, che venga punita la propaganda di idee contrasta con l’articolo 21 della Costituzione (libertà di espressione, ndr), inoltre non chiarisce cosa si intenda per incitamento e istigazione». Cita anche Toscani e la sue denuncia per la frase “Veneti ubriaconi” «archiviata perchè preconcetto e non odio etnico»; come a sostenere: allora in base a cosa di distingue? «È imputabile chi nega le foibe, o solo chi nega la Shoah?». Di qui l’accusa: una legge che limita le idee.

La Lega ci sta. Conte più cauto

Dopo i primi momenti di imbarazzo in cui si andava da un «la Mancino? E chi l’ha letta? Discutiamone» del presidente del consiglio Iannicelli, all’attendismo di altri consiglieri, a serrare le file è arrivato il capogruppo leghista Riccardo Barbisan. «La mozione? Devo leggerla, ma è da tempo che si parla di abrogare la norma e non è sbagliato, è poco chiara e troppo soggettiva» ha detto ieri. Poco prima il segretario Gianantonio Da Re aveva benedetto: «La Mancino? Non serve». Spiega Barbisan: «È discriminazione solo la razza o anche la condizione fisica? Se si tutela una parte della popolazione allora bisogna tutelarle tutte»... Una interpretazione sui generis che però spinge la Lega a dare sostegno a Visentin annunciando «non è la priorità, ma siamo d’accordo a discutere il progetto». Il sindaco Mario Conte? Prima rimanda a Barbisan, poi interviene: «Io preferisco sia data attenzione ad altri argomenti» ha detto richiamando Visentin, «la Mancino non è priorità, se ne discuterà». Silenzio prudente da Forza Italia.

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