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L’Advar festeggia i trent’anni di attività Inaugurata la nuova ala dell’hospice

Da tre decenni lavora accanto ai malati terminali. Novemila le famiglie trevigiane che ha accompagnato nel dolore

Toni Frigo
1 minuto di lettura

Trent'anni accanto al dolore e tanta voglia di festeggiarli. Perchè quando si disegna un percorso e ci si prefigge un traguardo, è bello condividere. Oggi la città ha festeggiato trent'anni di attività dell'Advar e, appunto, la nuova ala di Casa dei Gelsi, ovvero il completamento di un hospice vanto di quanti, dai dirigenti dell'associazione all'ultimo - in ordine di tempo - dei volontari che vi, hanno collaborato.

Inaugurata la nuova ala dell'hospice Casa dei Gelsi a Treviso

Nel comunicato che annuncia l'inaugurazione, si legge: «Dopo tre decenni di cura, assistenza, professionalità, dedizione, cultura, formazione, l'Advar ha raggiunto un traguardo importante, che è al contempo un trampolino di lancio per sempre più grandi impegni e sfide. L'ampliamento è stato l'occasione per crescere nell'offerta di servizi, in risposta alla sempre maggiore richiesta». Insomma, si festeggia ma si rilancia guardando al domani della struttura che assiste, da un punto di vista medico e psicologico, i malati terminali .

I numeri Advar: 9000 nuclei familiari assistiti a domicilio e nell'hospice, 2500 famiglie supportate nell'elaborazione del lutto dal progetto Rimanere Insieme, 700 volontari coinvolti. Oggi a tagliare il nastro della nuova ala, insieme al presidente della Regione Luca Zaia,al direttore generale dell'Ulls 2 Francesco Benazzi, c'erano anche rappresentanti della Provincia, dei Comuni (anche quelli degli anni scorsi) 80 tra collaboratori e dipendenti e i circa 300 volontari che prestano opera all'interno dell'associazione e dell'hospice. Sulla complessità della "macchina" Advar si è scritto molto. A complemento e sostegno delle attività di assistenza (a domicilio dal 1988 e in hospice - prima con 12 e poi con 18 stanze - dal 2004)ruotano alcuni pilastri, a cominciare dall'infrastruttura tecnica: stanze, uffici, giardino scaccia-bruttipensieri, auto di servizio, ausili e presidi sanitari, apparato di sicurezza, impianti tecnici, continuando con l'attività istituzionale (accuratezza, trasparenza sui finanziamenti e presenza "sempre" sul territorio per informare sulle "culle palliative").

Fin dagli albori, quando quella intuizione della presidente Anna Mancini Rizzotti sembrava dover ricadere tutta sulle sue spalle, l'Advar ha organizzato centinaia di eventi culturali, dai convegni agli incontri culturali che il comitato scientifico sforna ogni anno con tematiche sempre nuove e attuali. Grazie ad Advar si è parlato diffusamente di testamento biologico (già nel 93 si parlò di informazione e consenso informato del paziente. Centinaia anche i corsi di formazione Ecm (oggi Adva è "provider accreditato" della Regione Veneto) per medici e infermieri e psicologi. Per quanto riguarda l'assistenza, l'associazione di Anna Mancini è parte della rete delle cure palliative dell'Ulls2, con cui collabora per il sostegno alle famiglie, avendo fondato la sua nascita sulla sinergia tra pubblico e privato no-profit.

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