A Candia in scena le beffe e il rogo della Pierina
Come nei fescennini dell’antica Roma, a Candia la sera del Carnevale si sbeffeggiano senza pietà le autorità locali pochi minuti prima del rogo della bella Pierina, la maschera tipica del paese. Da 37 anni Sandro Pelizza, la memoria storica della manifestazione folcloristica in costume, deride i cittadini più in vista, fra cui il sindaco Stefano Tonetti, il medico e il parroco. «Come presidente del Comitato della Pierina – spiega Pelizza, che si definisce un “rompiscatole” – ho carta bianca solo per una sera e quindi mi diverto a schernire i nostri notabili». «Pelizza – commenta il sindaco Tonetti – è una colonna della nostra comunità: farsi prendere in giro da lui la sera del martedì grasso è quasi diventato un onore». La leggenda della Pierina è stata al centro della serata del martedì grasso: lei è l’affascinante giovane che nel 1617, nel periodo delle guerre nel Monferrato, fece la spia per i Piemontesi ai danni degli Spagnoli. “I Magatlòn” hanno messo in scena il drammatico processo alla bella Pierina, messa al rogo alle 21.45. La serata si è chiusa con il vin brulé e i dolci di “Candiamo” e Pro loco, e il suggestivo lancio delle lanterne volanti (servizio Umberto De Agostino, video Alex Morandi)
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