Vivere la Toscana: Arte, Cultura e Turismo a Chiusdino, Siena.

Radicondoli e le Colline Metallifere

Radicondoli - Belforte - Travale - Chiusdino - Radicondoli

 

fondo stradale: interamente asfaltato Km 55, con deviazione aggiunta di 8 Km di strada sterrata;

caratteristiche dell’itinerario: storico paesaggistico;

località di partenza e di arrivo: Radicondoli 509 mlsm.;

quota massime raggiunta: bivio Montieri 680 mslm.;

grado di difficoltà: medio.

L’itinerario che qui proponiamo si caratterizza per il suo notevole interesse naturalistico; attraversa infatti tutta l’area boracifera di Radicondoli e si sviluppa in una zona incontaminata, selvaggia, dal fascino particolare; si pedala per chilometri senza incontrare una sola abitazione, in mezzo ad un territorio caratterizzato da vaste distese boscose, che solo nelle vicinanze di Radicondoli e Belforte, lasciano spazio a campi, in prevalenza nudi.

E’ l’itinerario dei gradi spazi, dei panorami che sembrano toccare l’infinito tanto sono ampi e maestosi; è l’itinerario che per gran parte dei suoi chilometri si sviluppa in mezzo ad una vegetazione rigogliosa, primitiva, una vegetazione che sembra non aver conosciuto la mano distruttrice dell’uomo; sicuramente poche sono le zone della Toscana che possono vantare un equilibrio così armonico tra ambiente e antropizzazione. Perciò anche quegli squarci del terreno, da cui con forza dirompente fuoriescono i soffioni, e tutti quei pozzi, che ormai ne hanno imbrigliato la forza originaria, riescono ad armonizzarsi con il resto del territorio, proponendo, anche al turista più distratto, una riflessione intorno al problema energetico e alla disinvoltura suicida con la quale la nostra società pretende di affrontarlo.

Da Radicondoli a Radicondoli pedaliamo sempre lungo il margine orientale della regione delle Colline Metallifere, nel cuore del polo senese della regione boracifera, laddove trovano origine i fiumi Cecina e Feccia, quest’ultimo affluente del Merse-Ombrone; un fitto bosco, prevalentemente costituito da cerro, copre le alture che nella zona delle Cornate arrivano a toccare i 1000 metri. Ma l’interesse che colpisce più di ogni altro è dato sicuramente da tutti quegli sbuffi che si delineano, con il loro caratteristico pennacchio biancastro, oltre ogni poggio; la presenza dei soffioni, delle fumarole, delle sorgenti calde disegna il territorio, ne costituisce quasi un elemento che presto diviene indispensabile, quasi necessario per connotare la fisionomia di queste colline, altrimenti avvolte in un silenzio ed una solitudine palpabile e antica.

Da Radicondoli prende il via il nostro pedalare, in discesa fino al bivio che a sinistra porta a Siena e a destra a Belforte; questa seconda è la direzione che dobbiamo prendere. Si procede lungo un tracciato che sale dolcemente per circa tre chilometri fino a quando non si incontra la deviazione che conduce a Belforte.

Il paese, che guarda dall’alto della sua posizione tutta la vallata che degrada fino al fiume Feccia, conserva parzialmente il circuito delle sue mura medievali lungo le quali risulta ormai assente qualsiasi traccia di porte. Al centro del complesso fortificato si può notare, proprio accanto alla chiesa, quasi del tutto rifatta, un edificio in mattoni che con tutta probabilità doveva essere il cassero. Le prime testimonianze di Belforte risalgono al secolo XII, periodo in cui il castello ricadeva sotto la sovranità dei vescovi di Volterra. Ben presto la potente famiglia dei conti Aldobrandeschi esercitò la sua signoria su Belforte, ma già nel 1221, così come Radicondoli, il castello dovette piegarsi alla supremazia della Repubblica Senese e i conti stipularono un patto di "perpetua societas et amicitia" con il Comune di Siena, patto che fu sottoscritto dai 260 capifamiglia che qui abitavano. Per brevi periodi, tuttavia, gli Aldobrandeschi riuscirono a riprendere possesso del castello, fino a quando nel 1300 la Repubblica di Siena riuscì a sottomettere definitivamente Belforte e Radicondoli, che da quel momento fecero parte integrante dello stato senese.

Tornati alla strada provinciale incontriamo, dopo appena due chilometri, Montingegnoli, castello di una certa importanza tra il XIII e il XIV secolo, ed oggi proprietà privata della famiglia Bulgarini, che non ne consente la visita.

Bellissimo è il panorama che si apre verso nord-ovest: in lontananza si possono notare Montecastelli e più lontano la Rocca di Sillano.

La strada attraversa un fitto bosco in mezzo al quale, in un paesaggio "lunare" percorso da una fitta rete di vaporodotti che convogliano il fluido geotermico prodotto dai vari sondaggi, si delinea la centrale di Pianacce, la cui visita è resa interessante da una serie di pannelli esplicativi sull’energia geotermica e su tutta l’area boracifera.

Prima di arrivare a Travale, incontriamo sulla destra l’indicazione che porta alle Terme delle Galleraie (bella la posizione sul fiume Cecina) e poco dopo quella che indica tutta una serie di pozzi geotermici (zona Lagoni).

Se pedaliamo su di una bicicletta adeguata ad affrontare tratti sterrati, è consigliabile operare una deviazione sulla sinistra per arrampicarci fin sotto il Monte Gabbro, laddove si trova la centrale di Radicondoli. Quattro chilometri di strada in salita -seguire le indicazioni Radicondoli 11D e Radicondoli 7- ci portano in cima alla collina dove è situato il complesso geotermico e da dove si può spaziare fino a Montalcinello, al Pian della Feccia e alla Montagnola senese.

Tornati sulla strada provinciale (abbiamo ormai lasciato la provincia di Siena e siamo entrati in quella di Grosseto), pedaliamo lungo un tracciato ciclabile, che taglia il bosco fino al piccolo centro di Travale.

Questo grappolo di case, a picco su di un costone che domina la stretta valle del Cecina e proprio sotto le alture de Le Cornate, si trova ai piedi della maggiore difficoltà di questo itinerario, una salita continua che in cinque chilometri ci porterà fino ai 680 metri di Bivio Montieri, conosciuto per le sue "argentiere", importanti miniere d’argento sfruttate nel 1200 da banchieri fiorentini e senesi, ai quali erano state concesse in appalto.

Proprio al culmine della salita e in prossimità dell’incrocio, che a sinistra indica la strada che ci porterà verso Chiusdino e poi Radicondoli, è possibile rifornirci di acqua ad una fontanella sempre alimentata da una vena; il panorama che si apre di fronte a noi è superbo: tutto un rincorrersi di contrafforti e vallate, che sfumano lontano, verso sud, nella maestosa imponenza del Monte Amiata. Ciò che più impressiona, e in un certo senso sorprende, è l’incontrastato dominio della natura, dei boschi che si perdono all’orizzonte mai interrotti da una strada, da un complesso industriale o da un centro abitato; sembra quasi di trovarsi in mezzo ad una sorta di "paradiso perduto", in un ambiente rimasto quasi primitivo.

Fino a Ciciano la strada scende dolcemente per poi risalire, ma solo per un chilometro, fino a raggiungere il centro di Chiusdino, adagiato sulla vetta di una collina che ad est domina l’ampia valle del fiume Feccia. Del suo passato medievale e della sua travagliata storia di lotte fra i potenti vescovi di Volterra, che nei secoli XII e XIII possedevano il castello, e la Repubblica di Siena che qui si insediò in modo definitivo solo agli inizi del 1300, rimangono una porta verso sud, vari tratti di mura del primo nucleo ed una porta ad arco in pietra di una seconda cerchia di mura, più a valle.

Lasciato Chiusdino, abbiamo fin qua percorso circa 35 Km, pedaliamo in discesa, direzione Siena, per quattro chilometri e poi, all’altezza di un gruppo di case voltiamo sulla sinistra verso Montalcinello. La strada ora è tutto un susseguirsi di brevi salite e altrettanto brevi discese, in un paesaggio di nuovo segnato dalla presenza di soffioni, pozzi geotermici e centrali.

Proprio sotto Belforte incontriamo di nuovo la strada provinciale che già abbiamo fatto nel senso inverso; da qui a Radicondoli ci sono sette chilometri, gli ultimi dei quali in ripida pendenza.

MENU ITINERARI
Amici della Bicicletta

Ospitalità