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Bologna

Joey Saputo e Claudio Fenucci in conferenza stampa – 25 Maggio

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Foto di Pietro Pieralisi

Dopo il finale di stagione dal sapore amaro per i colori rossoblù, Joey Saputo è tornato sotto le due Torri per rimettere in ordine gli “affari felsinei”. Dopo la situazione allenatore da regolare (diventata un problema dopo la gestione Donadoniana degli ultimi mesi), oggi il chairman sosterrà la consueta conferenza stampa di chiusura della stagione, affiancato dall’ad Claudio Fenucci.

 La parola passa subito a Joey Saputo:

Come promesso mi trovo qui oggi per darvi la mia impressione sulla stagione appena conclusa, dettando anche le linee guida per la stagione che verrà. Non possiamo essere soddisfatti dei risultati: quella che si era rivelata una stagione promettente, si è conclusa con un girone di ritorno deludente. Fin dalla promozione in Serie A il nostro obiettivo iniziale è stato quello di rimanere in Serie A, ma il nostro desiderio di crescita graduale non è stato soddisfatto e capisco la delusione dei tifosi. Il dato importante è che dal nostro ritorno in Serie A abbiamo chiuso il campionato con meno punti delle precedenti. Volevamo chiudere il discorso salvezza il prima possibile per centrare un posto a metà classifica. Dopo 19 giornate eravamo ad un solo punto dal decimo posto, potendo chiudere la stagione potenzialmente tra i 48 ed i 52 punti. Proprio riguardo alle aspettative dei nostri tifosi, la ricostruzione del Club sta procedendo come da programma, basta guardare oltre il campo dove i progressi nelle infrastrutture ci porteranno ad avere dei benefici a lungo termini. Lo so che questo business si basa principalmente sul calcio, ma riteniamo che i progressi che ci auspichiamo non possano essere raggiunti senza delle basi solide su cui appoggiarsi. Come promesso dal mio primo giorno qui a Bologna, voglio continuare ad essere trasparente. Due aspetti ritengo siano fondamentali: la ridistribuzione dei diritti tv ed il restyling dello stadio. Sul primo punto ci sono stati dei cambiamenti, seppur non siano paragonabili a quelli della Premier League, dove il gap tra le squadre di vertice e le altre squadre non è così ampio. Il secondo tema è quello dello stadio Dall’Ara: siamo vicini ad un accordo con i nostri partner, che prevede di non allontanare la squadra da Bologna. Alla luce di quanto detto, credo che sia doveroso accettare le critiche da parte dei tifosi ed impegnarci per fare meglio. Vorrei esprimere un pensiero per Roberto Donadoni: il nostro confronto è stato chiaro ed onesto, l’ho ringraziato per aver abbracciato il nostro progetto, lo ritengo un allenatore di primo livello e che ha portato grande credibilità all’ambiente. Ora stiamo lavorando alla ricerca di un successore: stiamo ricercando un allenatore che abbia il fuoco dentro, la voglia di affermarsi e che consideri il Bologna una tappa fondamentale della sua carriera, elemento che terremo in considerazione anche per la scelta dei giocatori per la prima squadra. In conclusione: spesso ho sentito che il Bologna è un Club che considera poco l’opinione dei tifosi. Siamo consapevoli dell’amore che circonda la squadra e della storia del Club. Spesso prendiamo decisioni impopolari, ma sono decisioni che sono state fatte per il bene della società”.

Necessario vendere i giocatori migliori o investire nel potenziamento della squadra anziché nelle infrastrutture?

“Bisogna avere una società con una struttura solida e che sia appetibile per i giocatori. Vero che in tre anni non ci sono stati dei grandi movimenti a livello di crescita della prima squadra, ma a livello di infrastrutture abbiamo fatto tantissimo. Voglio riportare la squadra dov’era un tempo, ho visto che non è un discorso semplice come pensavo, ma stiamo lavorando bene”.

Quanto vi sentite co-responsabili del fallimento di Roberto Donadoni?

“Si vince di squadra e si perde di squadra. Dipende in che ottica si guarda al “fallimento”, l’obiettivo era la salvezza ed è stato raggiunto. Ora che la stagione è finita guardiamo agli errori fatti e cerchiamo di migliorarci, cosa che faremo anche nella scelta del prossimo allenatore”.

Il colpevole è solo Donadoni o anche la società è responsabile?

“Credo che tutti dobbiamo discutere su cosa abbiamo fatto male e cosa abbiamo bene. Dobbiamo cercare di migliorarci”.

Spendere 10 milioni sui giocatori presi quest’anno è stato un investimento intelligente?

“Ci sono stati giocatori presi che sono stati degli errori ed altri no. Ovvio che non possiamo sempre andare a segno, ma se guardiamo il valore della rosa siamo nettamente migliorati. Osservando qualche anno fa, non era facile convincere i giocatori a venire a Bologna. Risulta anche logico che per convincere alcuni giocatori bisogna a volte spendere di più del dovuto”.

La società ha voluto trattenere Verdi oppure è il giocatore che si è rifiutato di andare al Napoli?

“La trattativa è fatta di tre parti: volontà della società che vende, di quella che compra e del giocatore. In questo caso alcune parti non erano d’accordo, lascio a voi decidere quali erano quelle in disaccordo. Ovviamente puntiamo a trattenere i giocatori migliori ed aumentare il tasso tecnico della formazione. Vedremo cosa ci offrirà il mercato, dovremo accontentare il nuovo allenatore e vedremo i giocatori che potranno fare al nostro caso”.

Lei ritiene che questa sia una squadra da rifondare o da rinforzare?

“Credo che sia una squadra di rinforzare, la rifondazione è avvenuta tre anni fa. Le basi le abbiamo, ci saranno dei cambiamenti ma direi che non è il caso di mettere fuori tutti i giocatori e ricominciare da capo. A metà stagione eravamo esattamente dove volevamo essere, se oggi fossimo stati qui a quota 52 punti al decimo posto parleremmo di una stagione fantastica. Durante tutta la stagione non siamo mai stati una squadra in recessione, quindi non ritengo la squadra da rifondare”.

 Cosa ne pensa dei diritti tv e dell’affare MediaPro e che cosa pensa della ripartizione economica attuata dalla Lega?

Fenucci: “C’è stata un’offerta da parte di Media Pro, ma le garanzie sono arrivate solo parzialmente e sono sotto esame per vedere se sono sufficienti. Credo che sia una partita molto importante per il futuro dello sport a pagamento, gli interessi sono notevoli. Ritengo che siamo molto vicini all’inizio del campionato ed altre trattative sono difficilmente attuabili. Sugli importi ricordo che sono regolamentati dallo Stato: ci aspettavamo una riforma più importante, ma qualcosa si è mosso riguardo al bacino d’utenza dello stadio ed alle prestazioni sportive durante l’anno calcistico”.

Si punterà su giocatori già affermati o si cercherà ancora la valorizzazione di giovani prospetti? 

“Siamo una squadra che deve essere consapevole dei propri limiti. In futuro voglio poter vedere giocatori affermati arrivare a Bologna, ma bisogna considerare gli introiti, discorso che passa anche per le infrastrutture delle quali ci stiamo occupando”.

Discorso stadio?

Fenucci: “Vi sono stati dei rallentamenti dovuti a cambiamenti del progetto: il primo cambiamento è dovuto alla vulnerabilità sismica, con le curve che verranno avvicinate al campo. Il secondo cambiamento è stato attuato per non allontanare la squadra da Bologna, con lo stadio che verrà costruito in fasi. Per il rinnovamento del “Dall’Ara” vi sono tre parti in gioco, però pensiamo che in tempi relativamente brevi verrà raggiunto un accordo”.

 La decisione di cambiare l’allenatore è maturata negli ultimi giorni o un’opzione già vagliata da tempo?

“Le ultime due partite non hanno aiutato, ma di certo l’andamento della stagione aveva creato qualche dubbio. L’obiettivo della stagione era la salvezza, ma la crescita auspicata non è stata raggiunta”.

Si è prefissato un termine per valutare la permanenza a Bologna come presidente del Bologna?

” Avevo un piano fissato già dal primo giorno: riportare il Bologna dove stava un tempo. Lo stiamo già facendo, ma non parlo di “exit strategy”, non sarei onesto con voi”.

Tre anni fa pensava che fosse più divertente il calcio italiano?

“Ogni partita la vivo da tifoso, ma se guardo la struttura del calcio americano e la struttura del calcio italiano è differente. Sicuramente qui è più difficile, ma non mi metto a litigare per fare in modo che il mio sia il piano che verrà attuato”.

Delusione maggiore per il campionato disputato dalla prima squadra o per il fallimento del progetto giovani?

“Prima di tutto dico che purtroppo non ho molto tempo di guardare al Settore Giovanile, ci sono molti progetti in ballo e preferisco focalizzarmi su un progetto alla volta e portarlo a termine. Abbiamo persone qualificate che se ne occupano, anche se è un dispiacere apprendere della retrocessione della Primavera. La grande delusione è arrivata di certo per la seconda parte di campionato della prima squadra”. Fenucci: “Abbiamo dei giocatori validi ed un progetto che è partito con Pantaleo Corvino e sta andando avanti. L’Under17 ha raggiunto la finale del Torneo di Arco, quindi dei risultati li stiamo ottenendo, ma il nostro focus è incentrato sulle infrastrutture”.

 Pensa che per una società che non vende beni materiali sia un po’ poco comunicare direttamente con la “piazza” solo due volte all’anno?

“Per me il mio modo di gestire la squadra è essere qui una volta al mese, delegando i miei collaboratori nella gestione quotidiana. Quando vengo a Bologna dico le cose che non vanno ed è la stessa cosa che faccio in Canada”.

La prossima stagione verrà riportato entusiasmo tra i tifosi?

“Non posso chiedere ai giocatori di dare di più, dobbiamo cambiare la filosofia e far capire l’importanza che ha la maglia del Bologna. Non posso promettere che vinceremo più partite, ma mi impegnerò perché i tifosi siano orgogliosi della propria squadra”.

Che idee avete riguardo al nuovo tecnico?

“Ci sono tanti allenatori che sono disponibili, abbiamo fatto una lista dei papabili molto lunga ed andremo a sfogliare e ridurre questo ventaglio di opzioni. Non voglio discutere dei nomi in questa lista, ma le caratteristiche che cerchiamo sono quelle dette prima”.

La posizione del Club sulle seconde squadre?

Fenucci: “Questo è un tema che affrontai già ai tempi della Roma, noi siamo favorevolissimi in quanto è un percorso che migliora la formazione dei giocatori. Il prestito fa perdere il contatto con la squadra d’origine e magari le strutture non sono idonee ad una crescita adeguata. Il discorso non è semplice per squadre come la nostra, sono necessarie licenze e strutture adeguate. Auspicavo che questo progetto fosse accompagnato da una riforma dei campionati, ma in futuro ritengo che sia un discorso che andrà affrontato”.

Tenere Verdi può essere un investimento migliore rispetto ad una sua eventuale cessione?

“La decisione non è ancora stata presa, il campionato è appena finito, non sappiamo cosa ci può offrire il mercato e neanche che allenatore arriverà, per ora sono tutte speculazioni. Ovvio che un giocatore che vuole restare a Bologna ed ha dimostrato un attaccamento speciale alla maglia è il tipo di calciatore che voglio per il Bologna. Una decisione la dovremo prendere, ma se il mercato non ci offre qualcosa che abbia un senso, non ci saranno discussioni a riguardo. A parte che Simone è un giocatore fortissimo, a parte l’essere andato in doppia cifra con 10 goal e 10 assist in stagione, la cosa importante è che in ogni gara lui va in campo e da tutto”.

Il mercato sarà figlio di un budget preventivo oppure dipenderà dal mercato in uscita?

“Ci potrà essere un reinvestimento dovuto alla vendita di alcuni nostri giocatori oppure un investimento di liquidità per potenziare la squadra. Non posso dire al momento come verrà gestita questa questione, prima stileremo il piano per il prossimo triennio e poi seguiremo quella linea”.

Il finale di stagione del Bologna è similare a quello del Montreal: teme una situazione simile, dopo il cambio in panchina anche nella squadra canadese?

“Abbiamo cambiato allenatore, abbiamo cambiato giocatori e vedremo di fare bene sia qua che là”.

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