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2018: l'anno in cui esploreremo di più l'universo

Il cielo sarà più trafficato che mai con la Nasa che punta a Marte, Cina e India alla Luna e l’Europa a Mercurio.

2018: l'anno in cui esploreremo di più l'universo

Siete di quelli che la notte di San Lorenzo se ne stanno per ore con il naso puntato per aria e gli occhi al cielo sperando di vedere una stella cadente?

Da piccoli vi siete fatti regalare un telescopio per esplorare il cielo notturno (e ho detto “cielo” non “finestra della vostra vicina procace”)?

La storia di Samantha Cristoforetti vi ha appassionato più di un romanzo di appendice dell’Ottocento?

Ebbene. Il 2018 sarà il vostro anno. Perché anche se non siete astronauti o ricercatori della Nasa qualcuno è al lavoro per farvi sognare e quel qualcuno promette di non deludervi.

Il 2018 si prospetta un grande anno per l’esplorazione del cosmo. Forse la terra non basta più, forse ci sono talmente tante cose che non ci piacciono che chi può ha pensato bene di spingersi verso l’alto.

E quindi via al traffico tra stelle e pianeti! Lo spazio sembrerà più affollato del Grande Raccordo Anulare.

La Nasa tornerà a occuparsi di Marte con la missione InSight. La sonda americana dovrà studiare cosa avviene al di sotto della superficie del pianeta rosso, attività sismica e caratteristiche geologiche incluse.

Cina e India invece puntano alla Luna: prima toccherà agli indiani con la sonda Chandrayaan 2 e poi ai cinesi con il lancio di Chang’e 4. La Luna e i suoi crateri non saranno più un mistero per nessuno.

Al contrario, il Giappone punta agli asteroidi con la sua sonda Hayabusa 2.

Ma non è finita qui: il satellite Usa Tess (acronimo di «Transiting Exoplanet Survey Satellite»), una volta collocato in posizione ellittica attorno alla Terra, dovrà identificare nuovi esopianeti studiandone le caratteristiche.

Ma vogliamo forse esplorare in lungo e in largo ignorando il Sole?

Non sia mai. Potrebbe offendersi.

E allora ecco che la Nasa organizza un’altra missione, la Parker Solar Probe, che dovrebbe raggiungere il Sole con una serie di flyby, ovvero giganteschi rimbalzi. E arriverà davvero vicinissima alla palla di fuoco: appena (si fa per dire) 5,9 milioni di chilometri!

Last but not least, la sonda europea dell’Esa, Bepi Colombo, sarà la prima a compiere una dettagliata esplorazione di Mercurio, il pianeta più vicino al sole. La sonda non è italiana solo nel nome ma anche per la scienza e la tecnologia proveniente dal nostro Paese.  È stata dedicata allo scienziato italiano Giuseppe «Bepi» Colombo che nel 1974 convinse  la Nasa a modificare il programma della Mariner 10.

Quindi state attenti: occhi al cielo e telescopi all’erta.

Sia mai che qualcuno vi saluti da lassù. Fosse solo una sonda va bene lo stesso.

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