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«Niente Prima Comunione se il regalo è lo smartphone». Lo dichiara il parroco di Novellara

La storia di Don Goccini, il prete emiliano che spiega l’importanza di insegnare il senso del limite ai ragazzi

Il parroco: «Niente Prima Comunione se il regalo è lo smartphone»

Ricordate qual era il vostro desiderio più grande, da ragazzini? C’è chi, in occasione del proprio compleanno o della Prima Comunione chiedeva a mamma e papà di ricevere una bicicletta, chi una bambola, chi puntava già ai primi vestitini alla moda e chi bramava un pallone da calcio con l’autografo del proprio beniamino. Certo, il tempo passa e la civiltà si evolve. La tecnologia fa progressi continui e tutto cambia.

Anche don Giordano Goccini, parroco di Novellara, Reggio Emilia, è consapevole del fatto che «il mondo deve andare avanti» (citando le sue stesse parole). Il parroco non ha nulla contro la tecnologia (ha anche lui una pagina Facebook), eppure ha fatto parlare di sé per la sua decisione di non amministrare il sacramento della Prima Comunione ai ragazzi che riceveranno o hanno chiesto in dono tablet, smartphone e simili.

Il parroco ha motivato così la scelta, rilasciando queste parole al quotidiano “Il Resto del Carlino” e a “TeleReggio”: «La Comunione deve essere celebrata con una certa semplicità e invece ho l’impressione che quando si esagera con la cornice il quadro non sia granché».

Perché Don Goccini considera lo smartphone diseducativo?

«Noi adulti non ci rendiamo conto della mancanza di educazione che c’è. Dobbiamo insegnare ai ragazzi il senso del limite. Lo smartphone è proprio la tentazione di essere illimitati, di poter comunicare con tutti».

In sintesi, nulla contro la tecnologia purché non diventi una presenza ingombrante nella vita quotidiana.

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