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VERBANIA - 15.09.2018 - Far saltare l'Europa:

è questo secondo Marco Minniti, l'obiettivo vero del governo "nazional-populista". E, non potendo incidere sulla leva dell'economia e dell'euro - pena la reazione dei mercati finanziari - ha innestato all'interno della Ue un conflitto sul probelma migrazioni. "Con cinismo e senza coscienza" ha aggiunto l'ex ministro dell'Interno, alla platea riunita questa mattina al Maggiore per l'incontro organizzato dal PD su migrazioni e sicurezza. Senza praticamente mai chiamarli per nome, ma definendoli genericamente "nazional - populisti" Minniti ha stigmatizzato Lega e 5Stelle come coloro che si "riempiono la bocca con la parola sicurezza", ma dalla questione vaccini al fermo del "bando periferie" (pensato per per promuovere la sicurezza delle balieuu italiane attraverso programmi urbanistici ndr) la loro azione si confogura come " un attentato alla sicurezza dei cittadini".
Ma Minniti non ha risparmiato nulla al suo partito, che ha pagato non aver saputo - tra l'altro -  affrontare due sentimenti dominanti dell'opinione pubblica (e non solo di quella italiana): la rabbia e la paura. Sentimenti ai quali il Partito Democratico ha risposto con un "atteggiamento notarile". "Non può rispondere a chi è proccupato per il lavoro che non trova, che l'economia dopo anni di segni negativi finalmente registra numeri in crescita, anche se è vero. Non puoi andare dalla persona a cui hanno appena svaligiato la casa a dire, che nel 2017 i reati sono stati in netta diminuzione. Non puoi rispondere alla rabbia e alla preoccupazione con le statistiche, ma devi dimostrare di saper ascoltare, perchè questi sentimenti sono di una parte grande della popolazione". Sentimenti che i "nazional-populisti" hanno intercettato e "drammatizzato", non per risolverli ma per alimentarli "per tenere le persone legate a rabbia e paura, perchè rabbia e paura accrescono il consenso". Il "caso Genova" come emblema dell'incapacità del governo ad agire e dell'interesse unico di alimentare la rabbia: "A un mese dalla tragedia siamo a zero - ha ribadito Minniti -. A parte l'approvazione di un decreto nel consiglio dei ministri 'salvo intese', che vuol dire che dentro c'è il vuoto. Neanche un commissario hanno nominato. Eppure un minuto dopo la tragedia hanno cominciato a dire che c'era un  nemico politico da combattere. Due le cose che invece avrebbero dovuto fare: assicurare che si faccia luce sulle responsabilità e fare appello ad unire le forze per ricostruire".

Inevitabilmente Minniti ha aperto un'ampia pagina sulle migrazioni, ha evocato l'emergenza di un anno fa (era giugno, quando in un solo giocano giunsero nei porti italiani 26 navi per 13.500 migranti), rivendicato gli accordi stretti in Libia e l'ingresso a Tripoli delle organizzazioni dell'Onu con la creazione dei primi "corridoi umanitari". Evocando il caso Diciotti, l'ex ministro ha definito il blocco della nave della guardia costiera nel porto di Catania "una drammatica pantomima con l'obiettivo di una trattativa con l'Ue. Ma non è degno di un grande paese, tenere in ostaggio migranti e i suoi stessi militari per una trattativa diplomatica. E' un oltraggio all'idea di patria, un'offesa all'Italia".
Insomma, solo la sinistra - ha concluso Minniti - "può tenere insieme umanità e sicurezza. E' per questo che occorre un'alleanza ampia contro i nazional-populisti, che non si sconfiggono cambiando il nome del partito ma cambiando il partito".

Antonella Durazzo