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prete registro

VERBANIA – 26.03.2019 – Un battesimo fasullo

e il registro della parrocchia “taroccato” carpendo anche la buona fede della Diocesi. Oltre ai brasiliani arrestati dalla Mobile di Verbania c’è anche un sacerdote tra coloro che si sono inguaiati con l’inchiesta Super Santos. Il religioso, parroco di un comune in provincia di Padova, non sa che quando viene contattato da un ventitreenne brasiliano, è intercettato dalla polizia. Lo straniero, che sta curando la pratica per ottenere cittadinanza e passaporto per un suo cliente, ha bisogno di produrre un certificato di battesimo che attesti la discendenza italiana. E, non disponendone, s’appella a chi può fornirglielo. E che, con molta ingenuità, senza un rilevante tornaconto economico (qualche decina di euro ottenuti in cambio) e in maniera smaccata quanto dilettantesca –il dialogo telefonico lo “inchioda”– si mette a disposizione fabbricando il falso e ottenendo l’avallo della diocesi. Il parroco E.G., che ha 58 anni, è l’unico tra gli indagati a non essere finito in carcere. È a casa con l’obbligo di firma per tre volte la settimana ma è molto inguaiato. Deve rispondere, come tutti gli altri, nel concorso nel reato di falsità ideologica in atto pubblico indotta. Ma anche, insieme a colui che lo contattò, di corruzione finalizzata a ottenere il falso certificato di battesimo.