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CAMUSSO: NO AI SALARI MINIMI, VANNO AUMENTATI

CAMUSSO: NO AI SALARI MINIMI, VANNO AUMENTATI

Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, in una intervista a Repubblica, critica sia la proposta sul salario minimo di Matteo Renzi che il reddito di cittadinanza del M5s. Il salario minimo per legge “faceva parte del Jobs Act del 2014, sottende l'idea di un mondo senza contratti collettivi di lavoro, di lavoratori precari sottopagati. Continuiamo a dire no grazie”, “è la fine dei contratti collettivi nazionali per affidare al sindacato il solo compito di occuparsi delle ristrutturazioni aziendali. È una ricetta che non può funzionare. Ho il dubbio che davvero non conoscano il lavoro”, “dalla proposta del salario minimo legale a quella sul reddito di cittadinanza arriva la conferma che la politica - con qualche eccezione - non sa cosa sia oggi il lavoro. Si continuano ad applicare vecchi schemi, ad alimentare il precariato, a dare alle imprese tutto ciò che chiedono mentre la nuova emergenza oggi si chiama bassi stipendi dei lavoratori come ripete da tempo il presidente della Bce, Mario Draghi. Vanno aumentati, punto e basta”. E aggiunge: “L'attacco all'articolo 18 parte con Berlusconi, passa per Monti e arriva al Jobs Act di Renzi. A manomettere per primo la legge Dini sulle pensioni è stato il centro destra. Il famoso ‘scalone’ era quello di Maroni, ministro leghista del governo Berlusconi. Non credo che né uno né l'altro abbiamo intenzione di reintrodurre l'articolo 18 o di tornare alla legge Dini, men che meno di adottare la Carta dei diritti della Cgil e la pensione di garanzia per i giovani. Sono solo slogan per far presa in particolare sui lavoratori. Non hanno alcun progetto se non peggiorare ciò che oggi è già pessimo”. E si schiera a favore di una candidatura unitaria del centrosinistra per la Regione Lombardia: “Credo che sarebbe positivo se si cogliesse l'occasione di una candidatura unitaria in un'area del Paese, in particolare in quella milanese, dove cresce il numero di giovani e con un significativo tasso di innovazione. Sarebbe un passo importante per poter affrontare una partita strategica anche a livello nazionale”, "è compito delle forze politiche individuare il candidato. Ci piacerebbe che nella valutazione avessero un peso le buone relazioni avute con il sindacato a Bergamo come nel Lazio con Zingaretti”. (11 gen - red)

 

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