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«AIUTARE A CASA LORO?
I FLUSSI NON SI FERMANO»

«AIUTARE A CASA LORO? <br> I FLUSSI NON SI FERMANO»

No muri, no protezionismi. Il premier uscente Paolo Gentiloni approfitta di una platea particolarmente interessata, quella del mondo della cooperazione italiana, per ribadire due dei punti fondamentali che hanno contraddistinto il suo governo e che dividono centrosinistra e centrodestra anche in questa campagna elettorali. “Stabilità, dialogo e libero commercio: questo è il mondo che un paese come l’Italia ha in mente e che non vogliamo farci scippare dal ritorno di nazionalismi, chiusure e protezionismi”, tuona il premier, che sui migranti sfiora quella che sembra una provocazione, ma non lo è neanche troppo: "L'Italia è orgogliosa dei risultati ottenuti, abbiamo salvato l'onore dell'Europa e mostrato la strada su come passare da flussi gestiti dai criminali a flussi sicuri. Di questo tipo di migrazione, che non mette in pericolo vite umane, c’è bisogno nell'Europa che invecchia e che noi vogliamo difendere dal punto di vista economico e culturale". Gentiloni ricorda che “qualcuno in casa nostra usa spesso una espressione che a me non piace: ‘aiutiamoli a casa loro’, che non è sintomo di generosità ma la copertura di un atteggiamento di chiusura, per risolvere il problema dei flussi migratori”. Eppure “non è questa l’impostazione di un paese come l’Italia: noi aiutiamo e dobbiamo moltiplicare i nostri aiuti verso i paesi che hanno bisogno. Se non ci chiudiamo nei nostri confini erigendo muri possiamo contribuire attivamente allo sviluppo dell’Africa: dobbiamo solo essere consapevoli che ci vorranno anni, forse decenni, ma dobbiamo aiutare l’Africa costruire un tessuto sociale. Serve un impegno straordinario nel trasformare flussi gestiti da network criminali in flussi regolari, come quelli dei corridoi umanitari in cui l’Italia sta facendo un lavoro straordinario”. Poi Gentiloni parla anche di cooperazione in senso stretto: “Il nostro impegno in questi anni è stato volto al raddoppio dell’aiuto pubblico allo sviluppo, passato dallo 0,14% allo 0,27: raddoppiare le risorse significa raddoppiare le speranze e le possibilità nei paesi più poveri, perché si traduce il molti più progetti. Eravamo il fanalino di coda, oggi possiamo essere orgogliosi di essere tra i primi 4 paesi donatori. Questo è uno dei meccanismi fondamentali in un contesto internazionale in cui all’ombra di risultati di crescita confortanti, si nascondono da un alto fenomeni di disuguaglianze sociali che sono addirittura cresciuti e rischi geopolitici di instabilità”.

(Sis)

 

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