ALBERGO CAMPO IMPERATORE: CASAPOUND, ”ANCORA IN COMPLETO ABBANDONO”

7 Marzo 2019 16:36

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – CasaPound L’Aquila denuncia con forza la situazione di abbandono dell’Albergo di Campo Imperatore, perla dell’architettura razionalista degli anni ’30 e principale struttura ricettiva della stazione sciistica più alta dell’Appennino.

“Lo scorso ottobre – afferma Claudia Pagliariccio, responsabile provinciale della tartaruga frecciata – Comune e Provveditorato alle Opere Pubbliche presentarono in pompa magna il progetto esecutivo per la trasformazione dell’Albergo in un resort a cinque stelle, dotato anche di centro benessere”.





“A distanza di cinque mesi, tuttavia, non risulta ancora pubblicato il bando di gara per l’affidamento dei lavori, dell’importo di circa tre milioni di euro. A conti fatti – aggiunge – il cantiere non partirà neanche questa primavera e assisteremo a un ulteriore allungamento dei già considerevoli tempi previsti, tenuto conto che 500 giorni di lavoro in quota corrispondono ad almeno quattro anni effettivi”.

“Nel frattempo – prosegue l'esponente di CasaPound – la struttura va in malora: nel corso della visita effettuata insieme al nostro Segretario nazionale Simone Di Stefano nell’ultimo giorno di campagna elettorale abbiamo riscontrato ancora una volta un’incredibile situazione di abbandono, con solai sfondati, locali danneggiati e ormai preda di umidità e muffa”.

“Non fa eccezione a questa situazione neanche la stanza che ospitò la prigionia del Duce, che dovrebbe essere oggetto di un’attenzione sacrale non solo per la sua rilevanza storica e politica, ma anche per la sua valenza turistica: invece finora non si è provveduto neanche a mettere in sicurezza il mobilio e le suppellettili, in attesa degli annunciati lavori di ristrutturazione dell’Albergo”.





“A dispetto dei tanti proclami, Campo Imperatore continua dunque ad essere abbandonato a se stesso. La delusione dei visitatori per l’insufficienza dei servizi è palpabile e si riflette in mille recensioni negative sul web, le quali rendono ancora più difficile l’attività di tutti gli operatori turistici e della montagna che lavorano quotidianamente per la valorizzazione del Gran Sasso aquilano”.

“La tendenza va dunque invertita immediatamente, per evitare che altri anni di stasi e abbandono determinino la morte definitiva di una delle principali attrattive del nostro territorio”, conclude Pagliariccio.

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