ELEZIONI: BERSANI IN ABRUZZO, ”SERVE SINISTRA DI GOVERNO, ALTRO CHE PD-FI”

14 Febbraio 2018 09:49

Regione - Politica

L'AQUILA – “Siamo contro gli inciuci, noi con la destra non ci andiamo. Sono tre anni che dico che c'è la destra che arriva, nel mondo, in Europa e anche in Italia. Si combatte tirando su le bandiere di una sinistra alternativa di governo”.

Così Pier Luigi Bersani di Liberi e uguali nel corso di un evento elettorale ieri sera all'Aquila.





“Questo non si è fatto e adesso si pensa di contenerla trovando i numeri per un accordo Pd-Forza Italia – ha aggiunto – Questo hanno in testa, perché hanno fatto assieme questa balorda legge elettorale e si è visto con le candidature”.

Bersani ha spiegato che Leu ha “un'idea semplice, di sinistra di governo. Se si riduce la disuguaglianza si sta tutti meglio. I pilastri sono lavoro, investimenti sul lavoro, sgravi, bonus e meno precarietà. Poi welfare universalistico, e terzo un fisco progressivo, altro che flat tax”.

“La gente deve votare dove la porta la il cuore, poi il Parlamento vede se riesce a riconnettere la pratica”, aveva detto Bersani a Teramo presentando i candidati, prima di spostarsi nel capoluogo.





Parlando di lavoro, sanità e fisco, illustra il programma di quella che si candida a tornare una “sinistra di governo”, sottolineando tutti gli errori commessi in questi anni da quel centrosinistra che avrebbe “tirato la volata alla destra”.

“Il lavoro, quello buono, che si ottiene non con gli sgravi ma con gli investimenti – ha detto Bersani -. Invece di buttare 20 miliardi nel meccanismo del Jobs act dobbiamo prendere la metà di quei soldi e fare un piano per la manutenzione del territorio, dalle strade alle scuole. Voi avete tema del terremoto che è una priorità. Altro punto del programma è investire sulle aree interne, dove si è raggiunta un certa percentuale di spopolamento. Poi via tutti i contratti esagerati della precarietà, con un vero contratto a tutele crescenti che alla fine garantisca tutti i diritti. Via i finti tirocini, i finti stage che sono l'umiliazione di questa generazione”.

Sulla sanità ha parlato di cambio di “registro” sottolineando il rischio che si vada verso un sistema “dove si cura solo chi ha i soldi per farlo”.

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