ELEZIONI: TESTA (FDI), ”ANDIAMO UNITI, ROSA DI NOMI DA CONDIVIDERE CON COALIZIONE”

di Marco Signori

21 Settembre 2018 18:15

Regione -

L'AQUILA – “La prima notizia positiva è che il centrodestra compatto coi tre partiti e le liste civiche che vorranno essere presenti si presenterà unito, il secondo dato è che con ogni probabilità Fratelli d'Italia avrà il compito di mettere sul tavolo una rosa di nomi da condividere con la coalizione”.

Getta acqua sul fuoco delle polemiche l'ex presidente della provincia di Pescara, il commercialista Guerino Testa, indicato come uno dei possibili candidati alla presidenza della Regione in quota a Fratelli d'Italia, a cui il tavolo nazionale di centrodestra di ieri a Roma ha consegnato le chiavi della regione Abruzzo per le elezioni del 10 febbraio nella ripartizione delle quattro regioni dove si va al voto nel 2019.

Testa, ex forzista e Nuovo centrodestra, candidato alle politiche del 4 marzo scorso, è l'unico del suo partito a parlare il giorno dopo la decisione romana che ha scatenato la reazione di Forza Italia e della Lega, spaccando il centrodestra abruzzese che aveva appena recuperato un minimo di compattezza in seguito a mesi di scontri tra azzurri e salviniani proprio sulla scelta del presidente.

Mentre i vertici regionali sono in pressing su Roma per cercare di cambiare una decisione che può far perdere le elezioni che vedono il centrodestra favorito, raggiunto da AbruzzoWeb, mentre è in viaggio per Roma dove parteciperà ad Atreju, storica convention della destra, incontrando la stessa Meloni, il 48enne cerca di distendere gli animi: “I nomi non sono stati fatti, ma ritengo ci siano figure apprezzabili che possano lavorare per vincere e per governare”, aggiunge rispondendo alla domanda se possa essere lui l'uomo indicato da Fratelli d'Italia, “Fdi già da mesi sta lavorando per dei punti programmatici, a dimostrazione che il candidato non era la priorità”.





“Personalmente non ci sto pensando, ma non nego che mi faccia piacere che c'è chi stia pensando a me – continua Testa – ma per adesso stiamo parlando di aria fritta, quel che mi interessa è di allestire una lista competitività e fare il programma, le vie del Signore sono infinite”.

La scelta di eri sera riconsegna comunque un centrodestra in subbuglio dopo la decisione del tavolo nazionale.

Sul tavolo, attorno al quale si sono seduti i leader dei tre partiti, Silvio Berlusconi di Forza Italia, Matteo Salvini della Lega e Giorgia Meloni di Fdi, la ripartizione delle regioni che tornano al voto: oltre all'Abruzzo, il Piemonte e la Basilicata, andate agli azzurri, e la Sardegna, ai leghisti.

Non si sa quanto la decisione possa essere irreversibile, ma è bastata la decisione di escludere dalla partita Forza Italia e Lega, che per mesi se le sono suonate salvo poi ritrovare l'intesa, pur facendo la bocca entrambe al candidato presidente, a far innervosire i vertici abruzzesi: muti, stamattina, i telefoni sia del coordinatore azzurro, il senatore Nazario Pagano, sia di quello salviniano, il deputato Giuseppe Bellachioma.

Mentre le attenzioni delle ultime ore si sono concentrate tutte sugli esponenti di Fratelli d'Italia e a farsi largo tra i papabili, nell'ambiente politico è il capogruppo nel Consiglio comunale di Pescara Testa.





“Forza Italia e Lega sono insofferenti alla decisione? Lo capisco – spiega ancora  anche perché i nomi messi in campo da Forza Italia sono tutti spendibili, con alcuni ho anche collaborato, però se il tavolo nazionale, anche in un'ottica di compensazioni, ha deciso che una Regione spetta ad un partito, non rispettarlo significa anche rimettere in discussione altre scelte”.

In ogni caso, conclude Testa, meglio essere cauti, “tante volte scelte date per certe, al novantesimo minuto sono state stravolte”.

L'unico a parlare, invece, in casa Forza Italia, il consigliere regionale Mauro Febbo, insieme al sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, e all'altro consigliere regionale Paolo Gatti, tra i papabili che gli azzurri hanno anche inserito nel sondaggio che termina proprio oggi, e che sportivamente afferma che “nell'ambito di una coalizione c'è una ripartizione, se la decisione viene demandata ad un tavolo nazionale ci sono delle logiche e le logiche dicono questo”.

“Quel che mi interessa sottolineare è che il centrodestra va unito e quindi vinciamo – aggiunge Febbo – Come avevo detto, io mi ricandido al Consiglio, sono soddisfatto che il partito mi aveva indicato tra i possibili candidati alla presidenza, ma mi ricandido comunque consigliere e sono convinto del risultato”.

“Se la decisione è ben digerita? A ottobre faccio 60 anni, sono nel Movimento sociale da quando avevo 12 anni, so bene come funzionano queste cose. Si vede che la Meloni ha delle ambizioni legittime, così come sono legittime quelle degli altri, ed è stata fatta una valutazione. Ma il centrodestra unito stravince!”, insiste Febbo.

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