ROMA – Un contratto di governo, alla tedesca: è la proposta che Luigi Di Maio ha lanciato ieri, alla vigilia del primo giorno di consultazioni al Quirinale.
Destinatari dell'invito al dialogo sono come “primo interlocutore” il Pd de-renzizzato o in alternativa la Lega di Matteo Salvini.
Il M5s esclude però in partenza la Forza Italia di Silvio Berlusconi.
In più, tiene ferma una sola condizione: Di Maio dovrà essere premier.
Dal Pd si leva subito la voce del capogruppo e renziano doc Andrea Marcucci: la proposta è “irricevibile”.
Mentre Maria Stella Gelmini, a nome di Fi, si indigna per il no al Cavaliere: “Siamo noi indisponibili”.
E Salvini pone le sue condizioni: “Si parte dal centrodestra, dialogando anche con M5s ma senza veti”.
Mentre oggi in mattinata anche il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani va all'attacco: Di Maio usa “metodi antidemocratici” e “non mostra rispetto per i quasi 5 milioni di cittadini che li hanno votati”.
“Sono parole infantili, puerili – dice del leader M5S – ma ogni volta che hanno attaccato Berlusconi Fi ha aumentato i consensi”.
Con una matassa ancora così intricata, è probabile che le consultazioni si chiudano con una prima fumata nera.
Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà nello studio “alla Vetrata” del Quirinale i presidenti delle Camere, l'ex capo dello Stato Giorgio Napolitano, i rappresentanti di Svp, del gruppo Misto (quattro per la Camera, sei per il Senato) e Fratelli d'Italia.
Download in PDF©