DALL'EX MINISTRO ENDORSEMENT A FABRIZIO DI STEFANO E AVVERTIMENTO AGLI ALLEATI, ''INUTILE NASCONDERSI CHE C'E' GOVERNO NATO DA SCELTA DI SALVINI''

REGIONALI: ROTONDI, ”ALLEANZA CENTRODESTRA DIPENDE DALLA LEGA”

di Marco Signori

4 Settembre 2018 07:00

Regione - Politica

L'AQUILA – “Veniamo da un'ampia coalizione che si è presentata alle ultime politiche, ma è sciocco nascondersi che c'è un governo di un altro colore nato dalla scelta della Lega. Va chiesto a lei se si ritiene ancora interessata ad un progetto di centrodestra o no”.

L'ex ministro Gianfranco Rotondi, campano di Avellino il 4 marzo scorso eletto con Forza Italia nel collegio di Chieti-Pescara, lo dice a chiare note: “Il confine in cui ci riconosciamo è quello del Partito popolare europeo, il resto può esserci o no”.

E la Lega, com'è noto, a differenza degli azzurri in Europa si riconosce nel Menl (Movimento per un'Europa delle Nazioni e della Libertà).

Sabato scorso Rotondi, che nonostante vanti un'antica amicizia con Silvio Berlusconi ha trovato solo in extremis un collegio neppure considerato sicuro, a Pescara ha rilanciato la Democrazia Cristiana, che sarà presente con il proprio simbolo alle prossime elezioni regionali abruzzesi, probabilmente inglobando l'Udc, anche se, come ha annunciato ad AbruzzoWeb il coordinatore Enrico Di Giuseppantonio, una decisione definitiva in questo senso sarà presa solo venerdì prossimo dal comitato abruzzese.





Proprio in quota a Rivoluzione cristiana, Rotondi è stato candidato in Forza Italia, sostenuto politicamente e nella organizzazione dall'ex parlamentare Giampiero Catone, anche lui napoletano ma pescarese di adozione.

“Se il centrodestra correrà unito? I nostri confini sono più limitati perché la Democrazia Cristiana, che è stata Rivoluzione cristiana fino al 31 agosto e poi ha riassunto la storica denominazione, ha un unico rapporto organico con Forza Italia con cui è federata – afferma Rotondi a questo giornale – Le scelte che faremo saranno coordinate con Forza Italia”.

Qualora azzurri e salviniani dovessero ritrovare l'armonia, dopo mesi di parole grosse e minacce reciproche di correre da soli, “allora si potrebbe parlare di programmi e candidati” dice Rotondi. Cosa che, per ora, “mi pare non stia avvenendo”.

“Il discorso diventerà concreto quando ci sarà la data del voto”, fa osservare il deputato azzurro, “come diceva Montanelli, il problema dei giornali è che si chiamano giornali, quindi escono ogni giorno”.

E a proposito dell'ipotesi di una candidatura alla presidenza della Regione del senatore Gaetano Quagliariello, che sembrerebbe mettere tutti d'accordo soprattutto nel caso in cui il centrosinistra dovesse schierare una figura di altrettanto rilievo istituzionale come il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, Rotondi dice che si tratta di “un nome di grande prestigio”.





“Sarebbe una soluzione alta, ma non auspico nulla perché se dovessi fare un auspicio fare il nome di uno della Democrazia Cristiana – aggiunge – Non ho titoli per avanzare candidature o apprezzare candidature altrui. Quello di Quagliariello è di respiro ampio e nazionale, Forza Italia esprime tanti nomi autorevoli, a partire da quello di Fabrizio Di Stefano, che tanti accostano alla Lega ma è di Forza Italia ed è di altrettando prestigio”.

“Se è inviso al suo stesso partito? Aspetto la prova – osserva Rotondi – non mi sembra che il partito abbia detto di sì o di no. Pagano è stato molto notarile e corretto nell'impostazione della pre campagna elettorale. Sta usando tutta la prudenza necessaria a costruire una vittoria duratura”.

“Il centrodestra ha già vinto, se è unito”, conclude l'ex minsitro, “solo che deve correre insieme se è duraturo, se dov'essere un cartello elettorale preferisco una sconfitta vincente ad una vittoria perdente”.

Sulla data del voto, infine, Rotondi fa osservare che “si doveva votare ieri, ogni data è in ritardo”.

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