INTERROGATORIO IN CARCERE PER I 2 GIOVANI ACCUSATI DI VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO E PORNOGRAFIA. LEGALE VITTIMA, ''COINVOLTE ALTRE PERSONE''

STUPRATA E RIDOTTA IN SCHIAVITU’ A VASTO: ”SOLO UN GIOCO CHE CI E’ SFUGGITO DI MANO”

7 Giugno 2018 18:31

Chieti - Cronaca

VASTO – “Si è trattato solo di un gioco voluto dalle parti, che però gli è sfuggito dalle mani”.

È quanto riferito dai legali dei due minorenni arrestati dai carabinieri di Vasto (Chieti) con l'accusa di concorso in riduzione in schiavitù, pornografia minorile, violenza sessuale di gruppo, violenza privata, atti persecutori e cessione di sostanza stupefacente aggravata dalla minore età del ricevente, durante l'interrogatorio di garanzia, su rogatorio del Tribunale dei minori dell'Aquila, che si è svolto a Roma nel carcere minorile di Casal di Marmo.

Nel corso dell'interrogatorio è emerso anche un nuovo elemento: potrebbero essere coinvolte altre persone.





I due studenti, assistiti dai legali Giovani Cerella, Antonello Cerella, Sabatino Besca e Renzo Colantonio, hanno risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Federico Falzone.

L'intera vicenda ha avuto inizio dopo la denuncia della studentessa, oggi sedicenne, che dopo due anni ha avuto il coraggio di raccontare tutto alle Forze dell'ordine: secondo il suo racconto i due ragazzi la costringevano ad avere rapporti sessuali, con la continua minaccia di diffondere foto e video ripresi a sua insaputa.

Nell'interrogatorio i Cerella, avvocati del fidanzatino della ragazza, hanno riferito che il loro assistito avrebbe dichiarato “di non averla mai costretta a fare niente senza il suo consenso; si è trattato solo di un gioco voluto dalle parti che però gli è sfuggito dalle mani”. Il ragazzo non avrebbe negato dell'esistenza di riprese e foto “ma realizzate sempre dietro consenso, la loro era una relazione sentimentale”.

Ora le dichiarazioni dei due minori saranno trasmesse all'Aquila, solo dopo la loro acquisizione dei giudici del Tribunale minorile gli avvocati difensori chiederanno la trasformazione in una misura più lieve dal carcere agli arresti domiciliari. 





“La situazione è più grave di quella che appare e potrebbe implicare anche il coinvolgimento di altre persone con sviluppi ancora tutti da chiarire anche in merito alla loro età che li chiamerebbe a responsabilità davanti alla Procura”.

Così l'avvocato di parte civile, Fiorenzo Cieri, che ha deciso di non commentare l'interrogatorio di garanzia. “Aspetterò – spiega – di leggere le carte”.

Parlando invece della sua assistita ha raccontato che “riferendo tutto ai carabinieri si è tolta questo fardello di dosso ed ora con l'aiuto della famiglia sta cercando di ricominciare una vita normale, recuperando anche il profitto a scuola. Si sente molto sollevata l'unica cosa che auspichiamo è grande rispetto della riservatezza per evitare che venga identificata per risparmiarle anche la gogna della piazza”. 

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