TERRORISMO: BOUCHAIB, ”SERVE RIFORMA PER PREVENZIONE IN MATERIA DI ISLAM”

4 Maggio 2018 10:17

L'Aquila - Politica

L'AQUILA – “Mi occorre l'obbligo di  ringraziare le forze dell'ordine per l'eccellente lavoro fatto contro le mele marce che si sono impossessate dell'Islam dietro una ideologia dell'odio e della morte”.

Lo dice in una nota Gamal Bouchaib di Sinistra italiana, già consigliere comunale aggiunto dell'Aquila, a proposito dell'espulsione, ieri, di due marocchini, padre e figlio, espulsi perché ritenuti vicini alla radicalizzazione.





“Detto cio vanno pur segnalate alcun evidenze – dice Bouchaib – nella precedente amministrazione del centrosinistra avevano avviato un dialogo con il mondo islamico per creare due condizioni: dare possibilità a tanti migranti di fede islamica di esercitare il proprio culto nel rispetto della legge vigente e della Costituzione, fare emergere il sommerso nel mondo islamico che riduceva la clandestinità ai minimi storici permettendo una facile ricognizione al binomio diritto-sicurezza che sono il pilastri di una democrazia moderna”.

“Ma non sfuggono a nessuno le mie battaglie da consigliere aggiunto al Comune dell'Aquila sul sermone in italiano, la formazioni degli imam, il cambio di statuti da associazioni culturali ad associazioni di culto, tutto ciò al fine di rendere il culto degno di serenità per tutti”, aggiunge.

“La cronaca degli ultimi anni ci ha aiutato a capire questo mondo degli imam che spesso confonde ruoli, missioni ed ideologie con quello degli obblighi verso la legge e l’integrazione della comunità musulmana promuovendo all’interno dei luoghi di culto insegnamenti basati sul principio della violenza e dell’odio e la violazione dei diritti umani. I dati degli ultimi anni – fa osservare Bouchaib – ci mostrano come quasi 20 imam sono stati allontanati dal territorio nazionale per terrorismo, incitamento all’odio e violazione dei diritti universali. Spesso gli imam sono autorizzati a dare giudizi e sentenze (Fatwa) sui matrimoni, sui conflitti familiari, sulle educazione delle bambine, sulle punizioni esemplari, sulla poligamia, sulle pari opportunità, sulla musica come principio di peccato”.





“Non è, tuttavia, possibile ignorare come proprio la questione degli imam sia oggi, come si è già detto, all’attenzione di tutti i governi europei. Del resto, se l’integrazione delle comunità musulmane in Italia è l’obiettivo principale dell’attività del Ministero dell'Interno, appare fondamentale porre attenzione a quanto può consentire a tali comunità di dotarsi di personale religioso adatto alla realtà locale, al contesto culturale, sociale e civico-istituzionale italiano e, dunque, adeguatamente formato e in grado di agire con trasparenza senza veicolare prassi o ideologie minacciose per l’ordine pubblico materiale del paese”.

“Naturalmente – continua Bouchaib nella nota – ciò dipende, in primo luogo, dalla volontà degli interessati, ma anche dalla loro preparazione e dagli strumenti comunicativi di cui sono in possesso. Dall’altra, tale processo dipende pure dall’impegno fattivo delle pubbliche istituzioni che possono servirsi di due leve principali, una di carattere strettamente tecnico-giuridico, un’altra, di più ampio respiro, che consente di affrontare in radice molte delle questioni attualmente legate al 'dibattito sull’islam'. Ci si riferisce, da un lato, all’istituto dell’approvazione dei ministeri di culto; dall’altro, al tema della formazione (non solo) degli imam ma anche, più in generale, dei ministri di culto delle comunità religiose di più recente insediamento in territorio italiano come anche nella la nostra città”.

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