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La nuova guerra di Trump

02 marzo 2018 | 12.57
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Le guerre commerciali fanno bene e sono facili da vincere". Donald Trump tira dritto. Critiche e attacchi, a quanto pare, non condizionano il presidente degli Stati Uniti, che non cambia idea e direzione dopo l'annuncio dell'imminente varo di nuovi dazi sulle importazioni di acciaio (25%) e alluminio (10%).

The Donald ribadisce la linea, illustrata ieri nel meeting con le compagnie del settore, con una serie di tweet. "Quando un Paese (gli Usa) perde miliardi di dollari negli scambi commerciali con qualsiasi altro Paese - ha scritto Trump in un tweet - allora le guerre commerciali fanno bene e sono facili da vincere". Nel corso della mattinata americana, il presidente dedica altri due cinguettii all'argomento. "Dobbiamo proteggere il nostro Paese e i nostri lavoratori. La nostra industria dell'acciaio è in pessime condizioni. Se non hai l'acciaio, non hai una nazione", scrive, prima di approfondire ulteriormente il concetto.

"Quando un Paese impone dazi del 50% sui nostri prodotti e noi imponiamo dazi pari a zero sugli stessi prodotti che arrivano nel nostro Paese, non è giusto né intelligente", osserva Trump. "Presto daremo inizio a dazi reciproci, così imporremo le stesse tariffe che vengono imposte a noi", aggiunge prima di ricordare gli "800 miliardi di deficit commerciale" e di sentenziare che "non c'è scelta".

L'accelerazione di Trump crea scompiglio e fibrillazione nell'amministrazione. La portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, deve ridimensionare le voci secondo cui Gary Cohn intenda dimettersi dall'incarico di consigliere economico perché in disaccordo con la decisione annunciata dal presidente.

"Gary era qui ieri, ho parlato con lui diverse volte e quindi non ho ragione di credere altrimenti", dice rispondendo alle domande dei giornalisti sulla possibilità che l'ex presidente di Goldman Sachs compia un passo indietro. In tv si presenta anche il segretario al Commercio, Wilbur Ross. E usa l'espressione ''not a big deal'', nulla di speciale, per riassumere la situazione.

In collegamento con l'emittente Cnbc, Ross si presenta davanti alle telecamere con un barattolo della celebre zuppa Campbell's per una lezione: "In un barattolo come questo, c'è acciaio per 2,6 penny. In caso di un aumento del 25%, parliamo di 6 decimi di centesimo sul prezzo del barattolo... Oggi ho comprato questa a 1,99 dollari: chi mai sarà danneggiato?".

Da Bruxelles, l'Unione Europea chiarisce che "è pronta a rispondere in modo fermo, rapido e proporzionato", come sottolinea il vice portavoce capo della Commissione Europea Alexander Winterstein, durante il briefing con la stampa.

"Non staremo con le mani in mano" mentre l'industria europea viene colpita, ma "risponderemo in modo rapido e proporzionato, seguendo le regole internazionali in vigore", dice il portavoce, annunciando che mercoledì prossimo "il collegio dei commissari avrà l'opportunità di discutere le contromisure" del caso.

Dalla Cina, arrivano le parole - tra gli altri - di Wang Hejun, alto funzionario del ministero del Commercio, che stigmatizza la svolta ''ultraprotezionistica'' degli Stati Uniti. "Se altri Paesi seguissero la linea degli Stati Uniti, ci sarebbe un grave impatto sul commercio internazionale. Tutti i Paesi dovrebbero collaborare per individuare soluzioni e non adottare misure restrittive in maniera unilaterale".

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