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Pd, Martina è segretario

07 luglio 2018 | 11.44
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Maurizio Martina (Fotogramma)
Maurizio Martina (Fotogramma)

L'Assemblea del Pd ha eletto Maurizio Martina segretario con 7 voti contrari e 13 astenuti. La quadra sul nome del reggente è arrivata dopo un'estenuante mediazione tra le anime del partito. Martina si è impegnato nel suo intervento a convocare il Congresso "entro le elezioni europee". Non è stata fissata una data per le primarie ma dovrebbero svolgersi entro febbraio, il 24 probabilmente. Intanto, a inizio settimana si sapranno i nomi della nuova segreteria condivisa.

"Questo partito - ha detto Martina nel suo intervento prima dell'elezione - deve scuotersi e mettersi alla ricerca fuori di qui di persone, idee e disponibilità. Questa apertura a tutte le energie democratiche penso vada ben oltre il Pd, a queste forze sbattiamo la porta in faccia o apriamo porte e finestre? Io sono per aprire", ha proseguito. "Non si tratta di guardare al passato o costruire nuove formule che non guardano al presente, non si tratta di fare una discussione tra gruppi dirigenti. Bisogna dare un messaggio alle tante persone distanti e disilluse che devono trovare in noi una strada credibile", ha spiegato. " Sarà un lavoro difficile, lungo appassionante, rigenerante che - ha concluso ci aprirà nuovamente per trovare la forza per l'alternativa".

Matteo Renzi ha infiammato l'Assemblea con il suo intervento andando all'attacco dei 5 Stelle: "Il M5s è la vecchia destra, non ho dubbi. Cari amici M5S, possiamo perdonarvi gli insulti ma mai di aver trasformato lo scontro politica in Italia in una rissa e una zuffa personale che incita all’odio. Avete inquinato le falde della democrazia". "Quelli del M5s sono una corrente della Lega, il 'Vaffa day' si è fermato a Pontida", ha aggiunto il senatore del Pd. "Io credo e continuo a credere - ha detto - che sia il Pd l'argine al populismo, non sono andato via quando conveniva e non vado via", ha sottolineato Renzi. "Chi in questi ultimi 4 anni anziché dare una mano al progetto ha cercato di demolire il Pd - ha sottolineato - ha distrutto non il Pd ma l'alternativa al populismo. Hanno picchiato contro l'argine del sistema, sul web e con divisioni assurde che hanno fatto il male del Pd".

Assemblea Pd, i nodi da sciogliere

"La ripartenza non può essere un simil Pds o una simil Unione. Deciderà il Congresso, lo rispetto, se qualcuno pensa che la nostalgia è la chiave di sviluppo del Pd lo rispetterò da militante ma non coglie le novità di una destra che sta governando a colpi di tweet", ha detto ancora l'ex premier secondo il quale "a forza di fare la guerra a noi arriva un governo che va da Casaleggio a Casa Pound. A forza di fare la guerra al Matteo sbagliato arriva il governo Salvini". "Ora ci aspetta una traversata nel deserto, e la cosa non mi piace", ha sottolineato affermando: "Oggi non siamo alla terza Repubblica, vedendo Salvini e Di Maio siamo alla terza media".

Malore per delegata sul palco del Pd

"Non so cosa proporrà Martina, ho letto che proporrà un percorso. Io aggiungo il mio contributo: se fai le primarie e chiami 2 mln a votare non puoi pensare che dal giorno dopo 200 appartenenti e una corrente cercano di mettere in discussione il risultato delle primarie", ha continuato Renzi aggiungendo: "Dico questo per chi verrà, fate il percorso che volete, io ci sono, ma se il giorno dopo si riparte daccapo il problema non è quando si inizia ma quando si chiude il Congresso", ha proseguito Renzi.

Scintille Renzi-Cuperlo

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