Se "il risultato inconcludente delle elezioni italiane del 4 marzo non ha provocato una reazione significativa del mercato", nelle settimane successive i rendimenti dei titoli sovrani "sono stati messi sotto pressione mentre i mercati si sono preoccupati del programma politico della futura coalizione". Lo scrive la Bce nel Rapporto sulla stabilità finanziaria. In un contesto che prevede una posizione fiscale dell'Eurozona "in larga misura neutrale nel 2018-19" è possibile da parti di alcuni paesi "un leggero allentamento delle politiche" con un eventuale "deterioramento dei saldi strutturali di bilancio".
Così, alcuni paesi "altamente indebitati" - fra cui l'Italia - "sono a rischio di inosservanza degli sforzi strutturali di bilancio previsti dalle norme del patto di stabilità e crescita". Nel Rapporto si evidenzia come "anche gli sforzi di riforma strutturale hanno perso slancio e resta necessario raggiungere una composizione più favorevole alla crescita delle finanze pubbliche in tutta l'area dell'euro". La Bce segnala come "le prospettive fiscali - così come il sentimento del mercato verso alcuni emittenti sovrani dell'area dell'euro - sono molto sensibili ai cambiamenti nel contesto di crescita".
Lo slancio di base per la crescita dell'Eurozona è rimasto intatto, anche se "è aumentata l'incertezza" riguardo alle prospettive dell'area, anche per "i rischi collegati a fattori globali, come la minaccia di un maggiore protezionismo". Dal resoconto dell'ultima riunione del Consiglio direttivo della Bce emerge l'ampia condivisione dei partecipanti che "non può pertanto essere escluso un indebolimento più pronunciato della domanda, in particolare legato a fattori esterni". Nel confronto è emersa anche "la crescente convinzione tra gli operatori del mercato che un aumento dei tassi possa essere varato nel secondo trimestre del 2019".