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Affari Europei
Europee 2019, Renzi si mette in scia a Macron

Una forza progressista per mettere alle strette la destra populista. È questo il piano messo in campo da Matteo Renzi in un manifesto pubblicato oggi su La Stampa. L'orizzonte è quello delle elezioni europee del maggio 2019 in cui sembra chiaro che la nuova destra farà man bassa di voti. E vista la fase di sofferenza in cui versano i partiti socialisti di tutta Europa, intorno al presidente francese si stanno coagulando le speranze delle forze progressiste.

Progressisti vs populisti

"Risvegliamo l'Europa!" é il titolo dato al manifesto programmatico. Gli autori ricordano le due guerre mondiali e sottolineano come "un secolo più tardi, mentre il nostro continente è di nuovo confrontato alle divisioni e all'immobilismo, rifiutiamo di essere una generazione sonnolente. Bisogna agire ora, o il progetto europeo perderà fiato. Peggio, sarà asfissiato da dei dirigenti populisti per i quali l'Unione è un'anomalia della Storia che dev'essere annientata".

Un riferimento a leader come Matteo Salvini per l'Italia, ma anche Viktor Orban, con cui il leader della Lega é in ottima sintonia, o Marine Le Pen. "A otto mesi dalle elezioni europee che permetteranno ai cittadini dei 27 paesi di scegliere quale Europa vogliono -si legge nel testo-, lanciamo questo appello: proponiamo di rifondare l'Europa per finalmente rispondere alle aspettative dei cittadini e per ricongiungerci alle promesse dei padri fondatori".

LA PROPOSTA

Di come rifondare concretamente l'Europa però nel testo pubblicato non c'é traccia. Ma é ben chiaro chi é messo a leader del nuovo movimento progressista: il francese Macron: "Il discorso alla Sorbona del Presidente Macron, di un anno fa, va in questa direzione, ora sta a noi farne una realtà di tutti i giorni".

Il manifesto traccia una linea programmatica: "Piuttosto che le minacce di 'pulizia di massa' di Salvini, dello 'sbarazzarsi dell'Islam' de l'AfD tedesco o dello 'smetterla con l'Europa' della signora Le Pen, rivendichiamo con fierezza i valori fondatori di pace, di libertà, di prosperità e di solidarietà. Piuttosto che mettere la museruola alla giustizia e alle opposizioni, rivendichiamo il rispetto dello stato di diritto e delle istituzioni democratiche".

I FIRMATARI

In una operazione di comunicazione come questa é inevitabile che si guardi a chi quel programma lo ha sottoscritto. L'appello è firmato da due socialdemocratici come Matteo Renzi e il maltese Joseph Muscat (non certo un gigante in Consiglio), tre liberaldemocratici come l'ex premier romeno Dacian Ciolos, il leader dell'Alde Guy Verhofstadt (che voleva allearsi con i 5Stelle a Strasburgo) e il leader di Ciudadanos Albert Rivera (nemico del Partito socialista spagnolo), e dai leader del Movimento riformatore belga e, ovviamente, di En Marche.

CHI NON HA FIRMATO

Salta agli occhi l'assenza di una personalità come Martin Schulz, che pure ha guidato il Parlamento europeo per anni e che nonostante la sconfitta elettorale rappresenta un pezzo forte della sinsitra tedesca. O anche l'assenza del partito socialista spagnolo, rimpiazzato con il movimento Ciudadanos. O ancora la sinistra greca di Tsipras.

E infatti le critiche, dal suo stesso partito, non sono mancate. "Credo che l’iniziativa di oggi dell’ex segretario del PD Matteo Renzi, il lancio di un documento sull’Europa con i leader di alcuni partiti liberali e di centrodestra oltre alla sola eccezione del premier socialista della piccola Malta, sia un errore", scrive ad esempio su Facebook l'eurodeputato del Pd Brando Benifei.

 

++IL TESTO COMPLETO++

Risvegliamo l'Europa!

Nel 1918 l'Europa usciva stremata da una guerra sanguinaria e senza aver attenuato le tensioni che erano alla genesi del conflitto. Nel 1939, sul fondo di un'ennesima crisi, scoppiava una nuova guerra e si assistette alla recrudescenza dei fascismi. Ci sono voluti decenni di sforzi, di compromessi perché una nuova generazione possa finalmente proporre agli Europei, quello che dei dirigenti sonnolenti dell'epoca delle due guerre, gli avevano rifiutato: un'Europa di pace, di prosperità e di libertà.

Un secolo più tardi, mentre il nostro continente è di nuovo confrontato alle divisioni e all'immobilismo, rifiutiamo di essere una generazione sonnolente. Bisogna agire ora, o il progetto europeo perderà fiato. Peggio, sarà asfissiato da dei dirigenti populisti per i quali l'Unione è un'anomalia della Storia che dev'essere annientata.

A otto mesi dalle elezioni europee che permetteranno ai cittadini dei 27 paesi di scegliere quale Europa vogliono, lanciamo questo appello: proponiamo di rifondare l'Europa per finalmente rispondere alle aspettative dei cittadini e per ricongiungerci alle promesse dei padri fondatori.

L'Europa di oggi appare spesso come inadeguata per fronteggiare le sfide, che siano ecologiche, economiche o migratorie. Inadeguata rispetto alle aspettative dei cittadini che chiedono meno norme e più azione. Inadeguata rispetto agli impegni che non può più onorare per mancanza di una visione comune e di un'organizzazione performante.

Eppure, la promessa europea non è persa, ma sta sonnecchiando. I passi avanti in materia di regolazione dei lavoratori transfrontalieri, di difesa, dimostrano che l'Europa progredisce quando la volontà politica unisce gli Europei attorno ad un progetto chiaro ed ambizioso. Sulla tassazione delle piattaforme numeriche, siamo solo all'inizio del processo ma è certo che la soluzione europea è l'unica possibile.

Il discorso alla Sorbona del Presidente Macron, di un anno fa, va in questa direzione, ora sta a noi farne una realtà di tutti i giorni.

Non si tratta soltanto di superare, una volta per tutte, le divisioni che caratterizzano la politica europea da quarant'anni a questa parte e che hanno portato all'impasse attuale – si tratta di ribadire con forza che tutti gli Orban, i Le Pen, i Salvini d'Europa non sanno fare altro che incriminare l'Unione, di accusarla di tutti i mali senza proporre niente di costruttivo, senza neppure mettersi d'accordo su una risposta unica. Noi dobbiamo proporre.

Ed è per questo che il nostro progetto di rifondazione è chiaro:

Piuttosto che le minacce di "pulizia di massa" di Salvini, dello "sbarazzarsi dell'Islam" de l'AfD tedesco o dello "smetterla con l'Europa" della signora Le Pen, rivendichiamo con fierezza i valori fondatori di pace, di libertà, di prosperità e di solidarietà.

Piuttosto che mettere la museruola alla giustizia e alle opposizioni, rivendichiamo il rispetto dello stato di diritto e delle istituzioni democratiche.

Piuttosto che un continente diviso e indebolito, alla mercé delle grandi potenze mondiali, rivendichiamo un'Europa sovrana che agisce con forza là dove un paese isolato è impotente: la politica monetaria, la sicurezza, la difesa, la transizione ecologica e agricola, l'immigrazione e la trasformazione numerica.

Ed è per questo che anche il nostro metodo è chiaro:

Abbiamo tutte le intenzioni di non vietarci nulla. Siamo pronti a riformare i trattati se la rifondazione dell'Europa lo esige. Siamo pronti ad andare avanti nonostante i blocchi, ognuno dev'essere in grado di avanzare a seconda del suo ritmo. Insieme, vogliamo un'Europa più forte, ed è per questo che apriamo le braccia a quelli che vorranno raggiungerci su questo percorso.

Siamo pronti a superare le strutture politiche esistenti se si rivelassero essere degli ostacoli. Ci impegniamo affinché questa rifondazione dell'Europa sia portata da donne e uomini rappresentativi del loro paese, da Ovest ad Est, da Nord a Sud, degli appassionati d'Europa, determinati ad impegnarsi in questo progetto storico, a differenza degli altri che si accontentano di abbindolare e di fare figurazione.

Ci restano otto mesi per convincere, in ognuno dei nostri paesi, che l'Europa merita un nuovo progetto e che i cittadini meritano quest' Europa rifondata.

Otto mesi è il tempo che ci diamo per il riscatto dell'Europa.

Matteo Renzi (Senatore ed Ex premier italiano)

Christophe Castaner (Presidente del partito francese En Marche)

Joseph Muscat (Premier di Malta)

Albert Rivera (Presidente del partito spagnolo Ciudadanos)

Guy Verhofstadt (Capogruppo al Parlamento europeo di Alde)

Oliver Chastel (Presidente del Movimento Riformatore in Belgio)

Dacian Cioloș (Ex premier della Romania)

Alexander Pechtold (Leader del partito olandese Democrazia 66)

 

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