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Affari Europei
Russia, l'apertura di Salvini a Putin può cambiare l'Ue e rilanciare l'Italia

Governo Conte, l'apertura alla Russia può cambiare l'Europa

Sarà un caso. O forse no. Le diplomazie di Mosca e Washington sono al lavoro per organizzare un possibile incontro tra il presidente Usa, Donald Trump, e quello russo, Vladimir Putin. Lo riferisce l'agenzia Reuters, citando una fonte diplomatica a Ria Novosti, proprio nel giorno in cui comincia il G7 in Canada. G7 dal quale la Russia è esclusa. E Putin, infatti, ha lanciato un segnale incontrandosi in Cina con il potente alleato Xi Jinping. Sarà un caso, o forse no, dicevamo. Perché l'apertura del nuovo governo Conte a Mosca sta smuovendo qualcosa in Europa e non solo. Matteo Salvini, in prima linea nell'auspicato processo di riavvicinamento e nuovo dialogo con la Russia, può davvero riuscire nell'intento di cambiare le relazioni diplomatiche tra Est e Ovest e, allo stesso tempo, rilanciare l'Italia dandogli un ruolo di maggiore spessore all'interno di un'Unione europea che potrebbe essere costretta a riformarsi.

Salvini avvicina l'Italia alla Russia

Salvini, dopo le dichiarazioni degli scorsi giorni, ci ha tenuto a ribadire la sua posizione sulla Russia, marcandone la differenza con quella di Bruxelles: "L'Italia non rischia invasioni russe, ma "altri tipi di aggressioni", ha detto il ministro dell'Interno durante un incontro all'ambasciata russa a Roma. "Riguardo a un possibile veto sulle sanzioni alla Russia dobbiamo ragionarci. In Europa almeno a parole qualcosa sta cambiando. Siamo una squadra. Lasciateci partire, ma sulle sanzioni abbiamo le idee chiare", ha aggiunto.

Austria, Visegrad e Balcani con il governo Lega-M5s

La Nato e la Germania di Angela Merkel hanno reagito in maniera negativa all'apertura dell'Italia, almeno per ora. Ma in Europa la posizione intransigente si sta incrinando. Negli scorsi giorni Vladimir Putin è tornato sul suolo europeo dopo diverso tempo e si è recato a Vienna, dove ha incontrato Sebastian Kurz. L'Austria è sulla linea italiana, così come il blocco dei paesi di Visegrad, Ungheria di Orban in primis. Anche l'area balcanica, sia tra i paesi già Stati membri e sia tra quelli che dovrebbero entrare nei prossimi anni, è favorevole a un clima migliore nei confronti di Mosca, tradizionale alleato di un paese per esempio come la Serbia.

L'ostilità di Trump sposta l'Ue verso Est

L'idea del governo Conte può essere aiutata anche dall'isolazionismo degli Stati Uniti di Donald Trump. I nuovi dazi su acciaio e alluminio che colpiscono i prodotti europei non può che insinuare qualche dubbio a Bruxelles e dintorni e soprattutto nei governi dei singoli Stati, sempre più tentati da una distensione con la Russia. L'Italia potrebbe allora ergersi in prima fila a paese riformatore dell'Ue, sfruttando la vicenda russa anche per ottenere svolte anche di diverso tipo e cambiare gli equilibri interni europei. Non a caso lo stesso Putin ha parlato di "clima nuovo" e della necessità di riformare l'Ue. Il presidente russo non potrà giocare un ruolo diretto ma potrebbe certamente "ispirare" un ribilanciamento dell'asse portante dell'Ue. Certo, il nodo Nato resta. Ma sia Merkel sia Macron hanno incontrato Putin proprio di recente e la cancelliera potrebbe guidare una "riforma controllata" e magari rivedere gradualmente la politica delle sanzioni. Anche perché con gli Usa ostili e il rischio di un asse sempre più coordinato tra Russia e Cina, all'Europa non conviene continuare a fare muro contro muro. Certo, restano da convincere i Paesi Baltici e del Nord Europa, quelli più sensibili al tema Russia e più spaventati dall'espansionismo di Putin. Ma l'Italia, in questa partita, potrebbe tornare a giocare un ruolo di primo piano.

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