Migranti, migliaia di magliette rosse. L'appello di Don Ciotti, ma è polemica
Tanti appuntamenti e iniziative in tutta Italia per la campagna che invita a indossare una t-shirt come quella dei bambini che continuano a morire in mare
"Una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanità". Sono migliaia le adesioni all'appello promosso da Libera di don Luigi Ciotti, dal giornalista Francesco Viviano e da altre associazioni, a indossare il 7 luglio una maglia rossa come quella che aveva il piccolo Aylan morto sulle coste della Turchia, che suscitò la commozione l'indignazione di tutto il mondo. Una t-shirt per l'accoglienza, l'integrazione, mentre il dibattito politico sui migranti è sempre più infiammato.
Attori, cantanti, politici, sindacalisti, in tanti hanno condiviso la propria foto con la maglietta, rispondendo all'appello. Da Roberto Saviano alla ex sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, dalla ex presidente della Camera Laura Boldrini alla leader della Cgil Susanna Camusso, fino al segretario reggente del Pd Maurizio Martina salito sul palco dell'assemblea del Pd a Roma con la maglietta rossa.
L'appello non è stato esente da polemiche, in rimis quella che ha visto coinvolto il ministro dell'interno Matteo Salvini: "Che peccato, in casa non ho trovato neanche una maglietta rossa da esibire oggi...", scrive su Facebook.Una battuta che scatena polemiche e reazioni.
A rispondergli dalla piazza prende la parola proprio il fondatore di Libera. Che a Salvini chiede un incontro: "Gliela porto molto volentieri una maglietta al Viminale, un piccolo gesto, fatto con rispetto", dice don Luigi. "Credo che dobbiamo poter incontrarci, per metterci nei panni un pò degli altri - aggiunge -, perché importante è riflettere, porsi delle domande, anche nelle diversita. La maglietta rossa è un segno, e ai segni devono seguire le azioni".
Al ministro dell'Interno risponde in maniera più dura Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali: "Fa schifo - attacca - chi ironizza sulla morte e sulla disperazione di migliaia di persone è solo un poveraccio, indegno di svolgere il ruolo istituzionale che riveste".Ma la polemica si allarga per i redattori di Rainews 24 che indossano le magliette rosse. A protestare il deputato della Lega Alessandro Morelli. "Siamo in democrazia, quindi ognuno è libero di indossare tutte le magliette rosse che vuole. Se però a farlo sono giornalisti di RaiNews 24 la cosa è grave, perchè così facendo il servizio pubblico radio-televisivo smette di essere pluralista per diventare partigiano. Si tratta di un'iniziativa vergognosa e deontologicamente imbarazzante per i giornalisti che la compiono, abituati in una Rai ultrasinistra a fare il bello e il cattivo tempo".