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Cronache
Vaticano, gli scandali sessuali? Frutto di narcisismo e asocialità

Francesco celebra per la prima volta la Giornata mondiale dei poveri, ma a poca distanza da Santa Marta dove alloggia, nel palazzo che ospita il pre-seminario “San Pio X” (corrispettivo delle ex scuole medie), si sarebbero consumati rapporti omosessuali coinvolgenti i cosiddetti “chierichetti del Papa”. Un ex ospite avrebbe denunciato abusi da parte di un altro poco più grande di lui, recentemente ordinato sacerdote a Como. Naturalmente nessuno è colpevole finché la giustizia non termina il suo corso. A sollevare il caso il libro del giornalista Gianluigi Nuzzi. Non si parla ancora di pedofilia, ma il Santo Padre ha chiesto di far luce sulla vicenda. Se la pedofilia è l’orrore perché il pedofilo approfitta della fiducia del bambino ledendo la sua “non ancora libera” individualità – è evidente la differenza con l’omosessualità dove le persone coinvolte sono responsabili delle loro azioni - è chiaro che c’è problema dentro la Chiesa. La storia si ripete. Per citare casi eclatanti.

Dal 1950 al 2002, secondo la Commissione incaricata dal Vaticano, furono 4.392 i sacerdoti statunitensi accusati di relazioni sessuali con minorenni - non tutti poi furono condannati -. George Pell, nominato da Francesco quale prefetto degli Affari economici della Santa Sede, è stato messo in aspettativa da Sua Santità ed è volato in Australia per difendersi dalle accuse di molestie e violenza (anch’egli innocente fino a sentenza definitiva). Si parla di 547 bambini vittime di violenze nel coro di Ratisbona, di cui fu direttore per 30 anni, dal 1964 al 1994, Georg Ratzinger (estraneo alla vicenda), fratello di Benedetto XVI. Ci sono anche stati diversi casi di preti comuni condannati per pedofilia. Si tralascia il lato omosessuale ed eterosessuale della vicenda, non indifferente se contrario al voto di celibato, quindi indicatore di un problema.

Si ricorda il caso esemplare di don Andrea Contin, denunciato da una parrocchiana di violenza sessuale con coinvolgimento di gruppo di sconosciuti e anche di altri preti, accusato dalla Procura di Padova di violenza privata e favoreggiamento alla prostituzione, sospeso “a divinis” dal vescovo (anche don Andrea innocente fino a sentenza definitiva). Ovvio la maggioranza dei preti rispettano l’indicazione del celibato e si occupano del messaggio di Cristo. C’è però come una sorta di coazione a ripetere, come se la Chiesa con la sua sessuofobia, con il sesso inconsapevolmente riconosciuto e temuto come allontanamento/avvicinamento a Dio, dal basso Medioevo, con l’introduzione del celibato dei preti per frenare papi e vescovi che avevano figli che compivano efferatezze - si pensi a Cesare Borgia, figlio di Alessandro VI - celibato ratificato dal Concilio di Trento (1545-1563) - abbia posto dentro di sè questo cancro (come dire… colpa degli uomini e non di Dio). Va ricordato che, se è vero che l’evangelista Matteo parla di “eunuchi per vocazione religiosa”, Gesù guarisce la suocera di Pietro (quindi il “primo” Papa era sposato) e Paolo nelle lettere ai vescovi parla dell’educazione dei loro figli.

Alcuni antichi testi, non riconosciuti dalla Chiesa ufficiale, sostengono che Gesù sposò Maria Maddalena e che essi ebbero dei figli. Via via nei secoli il celibato dei sacerdoti cristallizzandosi ha per così dire facilitato l’emergere di alcune caratteristiche della pedofilia. La citata Commissione di psichiatri incaricati dalla Chiesa di far luce sui preti coinvolti nelle violenze sessuali contro i minorenni, indicò che i religiosi implicati possedevano i due tratti psichiatrici principali del pedofilo: il narcisismo e l’asocialità. Chi è più narcisista di un prete, un uomo che indossa la tonaca e che è il tramite tra Dio e l’uomo, una sorta di semi- dio, che fino al Concilio Vaticano II (1962-1965) celebrava la messa dando le spalle ai fedeli?

Chi è più solitario di un prete, amico di tutti, ma alla fine di nessuno, visto che poi la sera si ritrova solo in casa? A ciò si aggiunga che il pedofilo quasi sempre a sua volta è stato vittima di pedofilia. Si può sospettare che questo male sia stato per così dire endogeno e latente nei seminari? Per completezza si accenni anche al fatto che, quando l’omosessualità era un peccato e una colpa anche per la società civile, la carriera ecclesiastica era destino di tanti omosessuali (omosessualità, come detto, scelta libera, da tenere ben distinta dalla pedofilia che è reato). Che cosa può fare la Chiesa? Combattere siffatta sessuofobia, abolire il celibato, agire anche formalmente con gesti simbolici, abolendo per esempio le vesti anacronistiche. Si guardi alla Chiesa luterana svedese che è guidata dalla lesbica Eva Brunne. Si pensi alle parole di Lutero: “Chiunque può prendere una posizione sulla fede e sulla Bibbia”.

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papa francescovaticano scandali sessuali
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