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Economia
Cina, offensiva sul debito Usa. Volano i rendimenti dei T-bond

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

Pochi giorni fa lo stop ad Alibaba su MoneyGram, affare fintech da 1,2 miliardi. Ieri una pesante battuta d'arresto per le ambizioni mondiali di Huawei, colosso mondiale dei telefonini con gli occhi a mandorla che si è visto negare la partnership con l'americana At&T sugli smartphone per pressioni politiche statunitensi. Ultimi episodi (a settembre il veto di Trump in persona alla cessione di Lattice Semiconductor a Canyon Bridge Capital) di una stretta agli investimenti cinesi negli Stati Uniti che trae origine dalle tensioni commerciali tra Washington e Pechino.

Trump
 

Ora la Cina ha detto basta, facendo partire le ritorsioni. Secondo quanto ha riportato l'agenzia Bloomberg che cita fonti informate dei fatti, il governo del Colosso d'Oriente sta rivalutando la sua esposizione ai Treasury americani, pensando di rallentare se non addirittura fermare gli acquisti di bond statunitensi, considerati ora meno di appeal rispetto ad altri asset. Da tempo viene ritenuto uno dei principali rischi per la stabilità economica e finanziaria degli Stati Uniti. Le autorità di Pechino, il primo paese al mondo in termini di esposizione al debito Usa, incaricate dalla revisione delle riserve valutarie in divise estere della potenza asiatica hanno suggerito di rallentare o interrompere del tutto l’acquisto di Treasuries Usa.

Le indiscrezioni hanno spinto ulteriormente in rialzo i rendimenti decennali dei Bond americani, che hanno toccato il 2,5715%. Il motivo dietro alla decisione deriva dal fatto che “i bond governativi Usa sono diventati meno attraenti rispetto ad altri asset analoghi” anche se gli osservatori non escludono che a influire sia stato anche l’intensificarsi delle tensioni in materia commerciale dopo l’elezione di Donald Trump. Sono cattive notizie per un’economia, quella americana, con un debito pubblico in continua crescita oltre i 20.604 miliardi di dollari, e che tanto fa affidamento sui nuovi finanziamenti tramite l’emissione di debito.

jerome powell
 

In particolare ora che deve trovare nuovi fondi per potersi permettere la maxi-riforma fiscale voluta da Trump che prevede ingenti tagli alle tasse per i più ricchi e per le aziende (la corporate tax scenderà al 21% dal 35%). E con i rendimenti dei bond di riferimento a 10 anni che hanno appena superato la soglia tecnica chiave del 2,5%, per il governo statunitense finanziarsi sul mercato diventerà sempre più costoso. Il motivo scatenante del rialzo dei tassi di interesse nei Bond Usa è arrivato ieri anche dalla constatazione della riduzione degli acquisti della Banca del Giappone sul comparto ultradecennale.

L’andamento ha spinto il guru dei mercati obbligazionari Bill Gross, ex Ceo di Pimco e gestore presso Janus Henderson, a dichiarare finita la fase di rialzi dei bond che dura da quasi trent’anni. Per Gross, visto che i titoli di Stato a cinque e dieci anni hanno violato la trendline a lungo termine (su 25 anni), siamo all’inizio dei un mercato ribassista. Movimenti che hanno condizionato anche l'andamento della seduta di Wall Street.

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