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Economia
Da Tim ad Alitalia e da Ilva a Fedex-Tnt: 162 tavoli di crisi per Di Maio

Ha chiesto e ottenuto un “superministero” con deleghe pesanti, quello del Welfare e dello Sviluppo Economico (con sette ministeri insieme: industria, commercio internazionale, Tlc, energia, lavoro, welfare e pari opportunità), ora Luigi Di Maio deve prapararsi ad affrontare 162 tavoli di crisi aziendali (74 dei quali riferiti a crisi tuttora aperte), da cui dipende il destino di 180 mila lavoratori italiani. I nomi spaziano da Alitalia a Perugina, da Borsalino a Natuzzi, da Ericsson a Lucchini, senza dimenticarsi di Almaviva, Piaggio Aerospace e Ilva e Fedex-Tnt.

alitalia
 

Un’eredità sicuramente impegnativa quella lasciata da Carlo Calenda, che secondo esperti come il professor Riccardo Gallo, docente di Economia Applicata alla facoltà di ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma e già vicepresidente dell’Iri (nel biennio 1991-1992) ha fatto molto, ma non ha saputo sviluppare un progetto di competitività per il paese che consentisse di superare una concezione di “politica industriale” basata solo su sgravi fiscali per l’acquisto di nuovi macchinari e poco più.

Un punto delicato, visto che chiusa con un bilancio negativo la stagione della “concertazione” tentata dal governo D’Alema, dopo le privatizzazioni e la creazione del mercato unico europeo con l’ingresso dell’Italia nell’euro gli investimenti delle imprese private in Italia sono caduti ininterrottamente sino al 2014, a testimonianza appunto di un’assenza di progetto di fondo per il “sistema Italia” che Di Maio dovrà provare a colmare.

Sciopero Ilva Taranto
 

Il rischio per il neo-ministro è tuttavia che all’orizzonte si profilino già ulteriori tavoli di crisi, legati alla necessità di alcune grandi imprese di adeguare il proprio modello di business. In casa Telecom Italia-Tim, ad esempio, i sindacati hanno già puntato i piedi, chiedendo un incontro per discutere dell’apertura da parte del gruppo guidato da Amos Genish delle procedure per l’erogazione della Cassa integrazione straordinaria al fine di gestire 4.500 esuberi.

La procedura aperta al ministero del Lavoro, ricordano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, scade l’11 giugno e alla luce delle dichiarazioni rilasciate da Di Maio “e degli obiettivi del programma di governo, che prevede tra l’altro la riforma della legge Fornero e di conseguenza l’anticipo, in questo caso, del pensionamento per qualche migliaio di lavoratori”, le organizzazioni sindacali chiedono un incontro per informare Di Maio “sulla situazione aziendale e per ascoltare le sue valutazioni sugli eventuali strumenti che possono essere utili alla risoluzione positiva della vertenza”.

(Segue...)

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