Tim, al via lo scorporo della rete.1,1 mld di profitti.Cedola per le risparmio
Il gruppo creerà una Netco controllata al 100% da Tim, proprietaria della rete di accesso e di tutta l'infrastruttura
Cash flow fino a 4,5 miliardi, rapporto debito/Pil giù fino a 2,7 volte a fine 2018 (poi si ridurrà ancora), ricavi leggermente in rialzo grazie a Tim Brasil, Inwit e Sparkle e al via la separazione della rete di accesso fissa. Disco verde del consiglio di amministrazione di Tim al piano industriale al 2020 targato Amos Genish, un piano che il board licenzia mentre nel capitale il blitz dell'hedge fund Elliott Management minaccia il controllo dei francesi di Vivendi.
Nella voce ricavi il piano industriale di Telecom Italia sostiene che un importante contributo sara' dato dalle controllate Tim Brasil, Inwit e Sparkle. In particolare 'in Brasile, driver sono la migrazione verso Mobile post-paid, oggi 17,8 milioni pari al 30% della clientela totale; la rapida crescita dei clienti residenziali in fibra a circa 1 milione; e il rapido sviluppo della rete 4G, che al 2020 raggiungera' oltre 4.000 citta' (il 96% dell'intera popolazione urbana)'.
La controllata Inwit, che sempre ieri ha diffuso il piano strategico al 2020, 'rafforzera' la propria leadership attraverso la crescita della base clienti'. Inoltre la controllata Sparkle si focalizzera' sui servizi dati, sfruttando i trend di crescita del mercato attraverso l'integrazione del proprio portafoglio con soluzioni Cloud, Data Center, sicurezza delle reti e disaster recovery, oltre a consolidare l'offerta di servizi Voce e Mobile.
Proseguira', inoltre, nell'ampliamento geografico della propria infrastruttura estendendo nell'arco di Piano la propria presenza a 11 nuovi Paesi (+25 IP POP). Infine, il 30% degli investimenti sara' dedicato allo sviluppo dell'infrastruttura e alla virtualizzazione e digitalizzazione della rete. Per quanto riguarda la rete, il progetto prevede la creazione di un'entita' legale separata (Netco) controllata al 100% da Tim, proprietaria della rete di accesso (dalla centrale alla casa dei clienti) e di tutta l'infrastruttura (edifici, apparati elettronici e sistemi IT) e dotata del personale necessario per fornire servizi all'ingrosso in maniera indipendente.
Il cda ha approvato anche i conti relativi al 2017. L'azienda ha chiuso l'anno in linea con le attese degli analisti, registrando un utile di 1,1 miliardi di euro, in crescita di 270 milioni rispetto all'anno precedente. I ricavi sono stati pari a 19,8 miliardi (+4,2% su anno), l'Ebitda di 7,79 miliardi (-2,6%rispetto al 2016) perchè "sconta l'impatto negativo di oneri non ricorrenti per complessivi 883 milioni di euro principalmente connessi a processi di ristrutturazione", si legge in una nota diffusa a tarda sera dal gruppo.
L'Ebit è sceso di conseguenza dell'11,6% a 3,2 miliardi e l'utile si attesta a 1,12 miliardi (-38%) che sconta anche "nell'esercizio 2016, l'impatto positivo della valutazione al fair value dell'opzione implicita inclusa nel prestito obbligazionario a conversione obbligatoria". La società ha proposto la distribuzione di un dividendo pari a 2,75 centesimi, solo per le zioni risparmio. L'assemblea che dovrà approvare bilancio e dividendi è convocata per il 24 aprile prossimo.