Foreign fighter fermata a Malpensa, Procura milanese apre indagine
La marocchina sposata con un italiano era fuggita in Siria per amore di un aderente dell'Isis assieme ai tre figli. Tornata in Europa, è stata fermata
Foreign fighter fermata a Malpensa, Procura milanese apre indagine
Anche la procura di Milano ha avviato un'indagine su R.M. la donna di origine marocchina sposata con un italiano, fermata il 23 dicembre scorso a Malpensa su richiesta delle autorita' francesi perche' sospettata di contiguita' col terrorismo. La donna, che stava rientrando dalla Siria, verra' intanto sentita venerdi' prossimo nell'ambito dell'udienza sull'estradizione nel paese d'Oltralpe a cui non si e' opposta. L'indagine italiana vuole verificare eventuali rapporti con ambienti estremisti nel nostro Paese. R.M. era colpita da un mandato di arresto europeo per terrorismo che ipotizza reati commessi "in Francia, Italia, Turchia e Siria" nel 2017, partecipando "a un'associazione criminale attiva nella preparazione di atti di terrorismo". In Siria si era trasferita dopo essersi innamorata via Internet, ha spiegato lei stessa, di un aderente all'Isis. A denunciarne la scomparsa, insieme ai tre figli di 6, 8 e 10 anni nel marzo scorso, era stato proprio il marito, italiano, ma che lavora come cuoco ad Antibes in Francia. Le indagini avviate dalla polizia francese hanno quindi individuato la donna in Siria. A novembre e' stata proprio la 35enne marocchina a ricontattare il marito chiedendogli di andare a riprendere lei e i figli e raccontando che la vita in Siria era insostenibile sia per lei che per i bimbi. All'arrivo della famiglia nello scalo milanese di Malpensa, e' stata quindi bloccata dagli agenti della Digos che hanno agito in collaborazione con gli inquirenti francesi e ed e' stata portata nel carcere di San Vittore mentre i bambini sono stati affidati al padre.
Grimoldi (Lega): "Serve giro di vite"
"L'arresto a Malpensa della foreign fighter marocchina di ritorno dalla Siria conferma che Milano e il territorio milanese sono un crocevia di jihadisti e soggetti pericolosi, come del resto aveva gia' dimostrato un anno fa la vicenda dell'attentatore di Berlino, Amis Amri, che si era rifugiato proprio alle porte di Milano, a Sesto San Giovanni. Questo arresto conferma l'urgenza di un giro di vite sulle moschee e sui centri islamici presenti nel milanese e in Lombardia, perche' e' in questi luoghi che gli immigrati vengono indottrinati e radicalizzati, nelle moschee e nei centri culturali islamici di casa nostra, che proliferano in tutto il territorio lombardo, dove molti sindaci del Pd accettano che sorgano moschee in luoghi non idonei, come cantine o garage, dove sono impossibili controlli, oppure sorridono davanti ai soldi del Qatar spingendo per fare costruire maxi moschee sui loro territori. Ed e' in questo luoghi, in alcune comunita' islamiche presenti nel milanesi, che trovano appoggio e sostegno personaggi come Amri o i vari jihadisti o foreign fighter transitati a Milano". Lo dichiara l'on.Paolo Grimoldi, deputato della Lega e segretario della Lega Lombarda.